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La manutenzione delle coperture

LA MANUTENZIONE DELLE COPERTURE IMPERMEABILI



Mi occupo di manutenzione ordinaria e straordinaria da quando ho memoria. Anche se non proprio come la intendete voi, da sempre faccio questo.

Mi ricordo quando mio papà mi veniva a prendere all’asilo per “andare a lavorare”. Ero il bambino più felice del mondo.

Cosa faceva mio papà? Il muratore? No! Il tecnico? No! Il carpentiere? No! Lui faceva pulizie! Ha fondato l’impresa di pulizie La Petroniana insieme a mia mamma (oggi Petroniana Facility Management).

Sapevate che le pulizie sono la forma più antica di manutenzione di un immobile? Pensateci, avete mai visto una casa sporca e fatto finta di niente? Avete mai visto un ufficio puzzolente e fatto finta di niente?

No! Nulla di tutto ciò! Siete tutti schifati, magari senza farlo vedere, dalle condizioni igieniche di una struttura perché è normale esserlo! Non tanto la polvere, quando lo sporco vero! Quello che si annida negli anfratti e ti entra nel naso con prepotenza.

Allo stesso tempo vi sentite rassicurati se sentite odore di disinfettante. Probabilmente vi darà fastidio ma sapete che quel posto è stato igienizzato e vi mettete a vostro agio anche se la sedia che vi propongono è realmente sporca.

Bene, perché questa sensazione non l’abbiamo mai quando vediamo un edificio? Perché non abbiamo la stessa sensazione di schifo se il tetto perde? Non ho una risposta chiara su questo punto, penso che sia perché riteniamo che le nostre case debbano essere eterne (ce l’hanno fatto credere per decenni) e che la manutenzione non serva. Eppure le pulite!

LA MANUTENZIONE CE L’HO NEL SANGUE

Oggi l’azienda di famiglia è passata in mano a mio fratello (che sta facendo un lavoro egregio) ma la manutenzione ce l’ho nel sangue! Nelle mie vene passano piani di attività periodiche e nelle arterie la progettazione di quello che ci sarà da fare.

Proprio grazie a mio papà, ma anche a mamma non dimentichiamola, ho imparato a gestire le periodicità delle attività da svolgere. È stato facile passare da una pulizia dei vetri trimestrale ad una pulizia dei canali di gronda semestrale. La differenza è decisamente minore di quello che sembra. Già, perché in fondo la pianificazione non ha un settore specifico ma è uno strumento in mano alle persone!

Allora usiamola! Cerchiamo di conoscere le strutture, cerchiamo di conoscere le problematiche, cerchiamo di conoscere i materiali che usiamo! Così avremo in mano il futuro SANO dei nostri edifici.

LO SCONTRO CON LA REALTA’

Questo mio modo di vedere si è scontrato spesso con la realtà.

Appena entrato nel mondo delle impermeabilizzazioni, non capivo assolutamente nulla.

Ero passato da miscelare prodotti a base di acido muriatico per pulire i pavimenti industriali a dover vendere dei rotoli di guaina bituminosa che non avevo mai visto prima.

Mi sono fatto aiutare, ho studiato tutto ciò che riuscivo a trovare, ho cominciato a scrivere io stesso, ho frequentato assiduamente i cantieri e le case degli applicatori e mi sono fatto spiegare come funzionavano le guaine, mi sono lanciato nelle nuove tecnologie che scoprivo: la bentonite, le resine, il butile, l’EPDM ed il TPO per planare bellamente sui cementizi.

Ho cominciato a capire che il settore di provenienza non l’avevo abbandonato per sempre ma mi dava un plus che gli altri non avevano. Io sapevo veramente cos’era la manutenzione ordinaria. Io la facevo!

Così, piano piano con l’aiuto di amici dentro la materia, ho fatto partire un meccanismo interno che mi ha fatto come la manutenzione ordinaria si potesse sviluppare nell’edilizia.

SCRIVERE UN LIBRO SULLA MANUTENZIONE

Ci ho messo un po’ di tempo, non lo nego, ma un anno fa ho chiamato Mauro Ferrarini (Maggioli Editore) dicendogli che avevo un’idea per un nuovo manuale della collana di Patologia Edilizia: la progettazione della manutenzione.

Nei primi istanti è rimasto interdetto; me lo vedo che lontano dalla cornetta strabuzza gli occhi chiedendosi di cosa stia parlando. Soprattutto quando gli dico che per me la manutenzione ordinaria è una cosa decisamente diversa da quella che è indicata nella normativa vigente. Mi avrà dato del pazzo… o peggio.

Mi dice: mandami una bozza di indice ed una spiegazione.

Scrivo, ci ho messo meno che scrivere questo articolo. L’argomento lo padroneggio nella mia mente bacata e avevo assolutamente bisogno di esprimermi! Non mi basta parlarne, volevo che tutti sapessero qual era la mia idea e come poterla seguire.

È piaciuta. Soprattutto perché si aspettavano che scrivessi quali materiali usare per fare le manutenzioni o che tipo di cannello è meglio per la guaina o pennello per la resina. Invece ho parlato di cos’è la manutenzione ordinaria. Ho spiegato che per creare un buon piano di manutenzione è necessario che si conosca a fondo la materia e che in edilizia non capiamo nulla di questo settore.

Non a caso mi sono rivolto al mio settore d’origine ed all’industria. Loro sì che ne capiscono e ne hanno fatta una scienza.

Scrivo, scrivo, scrivo ma la mente non è libera. Purtroppo mentre scrivevo il libro ed aprivo il mio studio tecnico, dovevo aiutare mio papà che si stava avviando lentamente verso il suo ultimo viaggio. Per fortuna lo finisco prima che questo avvenga. So che gli piaceva perché gli leggevo dei brani di quello che scrivevo e lui, con grande fatica, ricordava di quando era lui a creare i piani di manutenzione e seguiva le squadre che dovevano realizzarli.

I PRIMI CONSENSI IMPORTANTI

Proprio in itinere, sono stato invitato a tenere un intervento al primo convegno nazionale di Patologia Edilizia che si tenne a Maratea (città spettacolare!!!). In quella sede ho avuto l’onore di conoscere il professor Bassi, docente di Estimo al Politecnico di Milano.

Durante una pausa del convegno, gli chiesi cosa pensava del mio progetto e gli raccontai come avevo in mente di spiegare il problema della progettazione della manutenzione. Gli chiesi anche se mi avrebbe scritto la prefazione al libro.

Vi confesso che mi aspettavo un no sdegnato, un professore universitario che è abituato a parlare di questo argomento, troppo onore. Invece mi ha spiazzato (questo perché i preconcetti sono sempre sbagliati) regalandomi un SI entusiasta. Quello che ha scritto lo potete leggere nelle prime pagine del libro!

Io sono lusingato ed onorato di aver avuto la sua prefazione e lo ringrazio dal profondo del cuore.

Ora il libro è in vendita e sono sinceramente angosciato per come possa andare e come possa essere accolto.

LA DISAPPROVAZIONE

Gli scontri che ho dovuto affrontare, mentre scrivevo i miei pensieri sui social networks, hanno lasciato strascichi e sono sicuro che ci sono persone che non vedono l’ora di criticarlo pesantemente.

Bene, non mi sono tirato indietro allora e non lo farò adesso. So cosa ho scritto, so da dove viene e so che ci ho messo l’anima per cercare di scrivere nel modo più semplice possibile un’idea così complessa.

IL SISTEMA DI MANUTENZIONE

Processo per la progettazione della manutenzione delle coperture, un passaggio fondamentale per riuscire a creare un buon piano di manutenzione.

Ho provato non a dettare regole su come redigere il piano di manutenzione, ma creare un ambiente di lavoro, una sorta di Sistema Operativo dove i progettisti possono entrare e creare il progetto manutentivo a loro immagine, non a mia!

Non ho creato procedure standardizzate. Quelle sono fasi operative e non credo, sinceramente, che un geometra, un ingegnere o un architetto abbiano bisogno dell’abbecedario per progettare. Ho creato un luogo dove dare forma alle loro idee (che poi è quello che ho fatto per me) e dove possano analizzare i problemi che devono essere affrontati.

Certo, ci sono tabelle, certo ci sono schemi ma quello che mi preme di più è condensato nell’appendice finale dove c’è la proposta di una normativa legata alla Progettazione della manutenzione.

Mentre la scrivevo mi rendevo conto che non era legata alle sole coperture ma poteva valere per qualsiasi parte dell’involucro edilizio, tanto che, lo noterete sicuramente, ad un certo punto del libro ho smesso di parlare di coperture è ho cominciato a parlare di edificio!

Questo è il bello di un ambiente di lavoro. Ti crea le condizioni per lavorare a 360°, non per fare solo quel singolo e specifico lavoro!

Spero vivamente di aver dato un pezzettino di quell’entusiasmo che ho ereditato dai miei genitori per questo lavoro. Spero vivamente che si possa intavolare un dialogo costruttivo tra le parti coinvolte per cominciare a pensare di avere edifici sicuri e non tetti che bruciano per mancanza di manutenzione o per errata manutenzione.

Vi lascio augurandomi che questo mio solito sproloquio non vi abbia annoiati ma vi invogli a pensare che la parola MANUTENZIONE non è una minaccia ma un’opportunità e che farla bene non alza i cosi ma li abbatte notevolmente!

Un saluto ai miei soliti 15 lettori che stimo per la perseveranza e l’affetto che hanno nei miei confronti.

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UNI 11540/2014 – Linee guida per la redazione e corretta attuazione del Piano di Manutenzione di coperture continue


L’evoluzione delle coperture sta compiendo un grande balzo in avanti aggiungendo alle normative sulla fabbricazione delle membrane flessibili, sulla creazione di coperture continue anche una norma sulla manutenzione, o meglio sull’attuazione di un piano di manutenzione. Piano complesso ed articolato che vede la sua realizzazione in una serie di progetti e documenti che tengono conto di tutte le possibilità che si potranno verificare su una copertura. Allo stesso tempo abbiamo un piano dinamico che si può modificare nel tempo in base alle esigenze mutate o al mutamento delle condizioni di utilizzo della copertura.

Analizziamo nel dettaglio la norma sperando che possa essere applicata nel più ampio caso possibile; come al solito sostengo che ogni committente dovrebbe essere supportato da un progettista che ne faccia le veci o che ne curi gli interessi sulla copertura. Con questo progettista l’applicatore, o l’esperto che lo segue, potrebbe creare il complesso articolato che sarà la manutenzione futura.

a) MANUALE D’USO per la fruizione della copertura anche in relazione alla presenza di impianti tecnologici
b) PIANO DI MANUTENZIONE che contiene le informazioni tecniche necessarie per la verifica e gli interventi durante la vita utile del sistema impermeabile
c) PROGRAMMA DI MANUTENZIONE che contiene le fasi e i tempi di controllo delle ispezioni per una corretta gestione della copertura

I riferimenti normativi che vanno considerati circa questa norma sono la: UNI 9307-1 (coperture continue – istruzioni per la progettazione – parte 1° – elemento di tenuta) e la UNI 11345 (Attività di controllo per le fasi di progetto esecuzione e gestione di coperture continue).

Definizioni:

Committente
Direttore dei Lavori
Durabilità: Attitudine del sistema di copertura e/o dei suoi elementi e strati a mantenere nel tempo i prori livelli prestazionali e funzionali al di sopra di un asoglia critica sotto la quale si manifesta un determinato guasto che comporta un processo irreversibile di obsolescenza.
Elemento di tenuta: strato impermeabile
Fruibilità: attitudine di un sistema di copertura ad essere correttamente utilizzato da parte degli utenti.
Funzionalità: Insieme delle condizioni tecniche che consentono il conseguimento delle finalità richieste al sistema di copertura.
Gestione della Manutenzione: Tutte le attività di gestione che fissano gli obiettivi, le strategie e le responsabilità afferenti alla manutenzione e che le attuano utilizzando strumenti quali la pianificazione, il controllo e la supervisione della stessa, nonché il miglioramento di attività di Manutenzione.
Impresa Generale: vedi UNI 11345
Impresa Specialistica: vedi UNI 11345 – nel caso in cui l’impresa specialistica si assuma direttamente l’esecuzione dell’opera, come nel caso di ripristini, essa si assume anche i compiti e le responsabilità dell’impresa generale
Ispezionabilità: attitudine a consentire/facilitare il controllo del sistema di copertura e/o dei suoi elementi e strati.
Ispezione
Manutenibilità: Attitudine di un sistema di copertura ad essere manutenuto o ripristinato in uno stato tale da conservare i requisiti funzionali previsti dal progetto, quando gli interventi possono essere effettuati in modo agevole o dettando le procedure e le risorse prescritte dal manuale di Manutenzione.
Manutenzione Correttiva: Manutenzione eseguita a seguito della rilevazione di un guasto funzionale e volta a riportare il sistema di copertura e/o i suoi elementi e strati i un ostato in cui essa possa riassumere le sue funzioni previste in progetto.
Manutenzione di un sistema di copertura: Combinazione di tutte le azioni tecniche, amministrative e gestionali durante il ciclo di vita del sistema di copertura e/o dei suoi elementi e strati, finalizzati a mantenere o riportare le stesse in uno stato in cui possa espletare le funzioni richieste.
Manutenzione preventiva o secondo condizione: Manutenzione eseguita secondo criteri prescritti e previsti per ridurre la probabilità di guasto o il non corretto funzionamento del sistema di copertura e/o dei suoi elementi e strati.
Manutenzione programmata: Manutenzione eseguita ad intervalli predeterminati, secondo un programma temporale stabilito
Modulo di controllo: Modulo preimpostato atto alla registrazione dei controlli da eseguirsi secondo il programma di manutenzione.
Modulo di Manutenzione: Modulo per la registrazione degl interventi di Manutenzione attuati.
Progettista del sistema di copertura: vedi UNI 11345
Registro di Manutenzione: raccolta delle registrazioni inerenti le attività di controllo e gli interventi di manutenzione effettuati.
Regola dell’arte: Insieme delle tecniche considerate corrette degli specialisti del settore per l’esecuzione di determinate lavorazioni del sistema di copertura. Le leggi dello Stato quale riferimento primario e le norme produtte da enti di normazione, quando disponibili, costituiscono un qudro di riferimento per valutare la rispondenza di un’opera alle regole dell’arte. In assenza completa o parziale di riferimenti normativi le linee guida promosse da associazioni professionali identificano e costituiscono interpretazione referenziale delle regole dell’arte. Le guide emesse dai singoli produttori costituiscono Regola dell’Arte per l’applicazione dei materiali prodotti dal produttore stesso.
Responsabile del servizio di manutenzione: responsabile delle attività di pianificazione organizzazione, esecuzione e controllo relativo alla Manutenzione del sistema di copertura.
Riparazione: Azione eseguita per ripristinare le funzioni di un sistema di copertura e/o dei suoi elementi e strati richieste.
Ripristino (del sistema di copertura o di un singolo elemento o strato costituente): Tutte le attività d’intervento necessarie per riportare il sistema di copertura, o il singolo elemento o strato, alle funzioni originarie.
Servizio di Manutenzione: Insieme organizzato delle attività necessarie alla Manutenzione del sistema di copertura.
Sistema di copertura: Insieme costituito da tutti gli elementi o strati primari e complementari costituenti la copertura.
Sistema di tenuta: Insieme costituito dall’elemento di tenuta e dagli elementi o strati accessori e complementari che concorrono nella tenuta idraulica della copertura stessa.
Strategia di manutenzione: Metodo gestionale utilizzato allo scopo di raggiungere gli obiettivi della Manutenzione.
Utente
Verifica di Funzionamento: Attività effettuata dopo un’azione di Manutenzione per verificare che il sistema di copertura e/o i suoi elementi o strati siano in grado di funzionare come previsto in progetto.
Vita Utile: Intervallo di tempo dalla fine dei lavori fino al momento in cui il sistema di copertura o un suo elemento o strato non può più svolgere la sua funzione senza interventi di Manutenzione straordinaria. Tale intervallo è convenzionalmente legato allo stato dell’arte maturato nel settore e all’evoluzione di materiali e prodotti presenti sul mercato.

Già così abbiamo molto da imparare, ma le definizioni sono sempre utili per evitare confusione sulla nomenclatura utilizzata. Le voci senza definizioni sono semplici e non ho copiato la norma!

RESPONSABILITA’ OPERATIVE

Per una costruzione nuova il Progettista deve redigere il Piano di Manutenzione e la Direzione Lavori deve verificare la correttezza di ciò che vi è scritto dentro. Nel caso di difformità dovrà proporre al progettista le variazioni che dovranno, da lui, essere autorizzate ed inserite nel piano di manutenzione. Al momento dell’ultimazione dell’opera il Piano deve essere consegnato al committente. La proprietà sarà responsabile e conserverà l’archivio con tutti i documenti allegati.
Il Gestore della Manutenzione, al momento della presa in carico, deve controllarne la correttezza. Nel caso in cui non la rilevi dovrà segnalare al progettista le modifiche da fare. Nel caso, invece di una vecchia costruzione la differenza statà nel fatto che il Gestore della manutenzione, nel caso di difformità del piano di Manutenzione o di assenza di tale piano, dovrà passare ad un progettista incaricato l’onere di costruirlo o di correggerlo; per farlo, il progettista, dovrà attuare tutte le azioni necessarie per ricostruire la documentazione e le attività svolte nel tempo passato. Se non si trova decumentazione o non è ricostruibile il progettista potrà arrivare a carotare l’impermeabilizzazione, per capire quali e quanti strati vi sono nel pacchetto, o addirittura portare in laboratorio i materiali carotati per sudiarli.

Questa sezione della norma è particolarmente importante in quanto autorizza il progettista ed il Gestore della manutenzione a costruire una documentazione completa per avere una fotografia attuale della situazione. In ogni copertura, dove vi sia la necessità di una manutenzione, è importante sapere su cosa si lavora e quale metodologia di posa sia stata utilizzata. Pensate ad un tetto piano dove vi sono 7 strati di guaina bituminosa e si richiede di porre termine alle infiltrazione: in questo caso è necessario che vi siano le figure investite dell’incarico di studiare lo stato dell’opera per avere la certezza che la manutenzione straordinaria possa funzionare veramente. Le due figure (il progettista ed il gestore della Manutenzione) devono essere nominati dalla proprietà e non dalle imprese incaricate.

REQUISITI MINIMI DEL PIANO DI MANUTENZIONE

Il piano di Manutenzione è composto da tre documenti: il Manuale d’Uso, il Manuale di Manutenzione e il Programma di Manutenzione. Il piano di Manutenzione può essere anche integrato al piano globale di Manutenzione dell’involucro edilizio.

Ci sono due livelli di manutenzione il Livello 1 (manutenzione normale per piccole coperture) e il Livello 2 (un piano ottimale per coperture complesse o grandi). Il Livello 2 è sempre obbligatorio nel caso di coperture superiori a 3000 mq.

Il Responsabile della Sistema di Manutenzione dovrà mantenere completa la raccolta dei documenti circa gli interventi ed, eventualmente, integrare tale raccolta con tutto ciò che reputa necessario. Tra le azioni che possono essere necessarie vi è la possibilità di sondare la copertura.

Come si può notare tutta questa norma sta portando una singola copertura ad avere azioni autonome molto simili a quella più complessa delle certificazioni di qualità! Ovviamente rispettare un piano di manutenzione mal creato o gestito male non porta certo ad avere una copertura continua longeva e perfetta; avere, d’altro canto, una gestione dettagliata, flessibile e precisa potrà portare la copertura ad avere una vita particolarmente lunga. Questo significa che il primo intervento di manutenzione lo si può ravvisare nella costruzione della copertura stessa. Usare materiali longevi e performanti farà calare vistosamente i costi manutentivi lasciando inalterate le caratteristiche di impermeabilità.

MANUALE D’USO

Lo scopo del Manuale d’uso è dare informazioni per:
conoscere le modalità per la migliore utilizzazione del sistema di copertura
conoscere gli elementi necessari per limitare quanto più possibile i danni derivanti da usi impropri
conoscere le operazioni ordinarie per mantenere in perfetta efficienza la copertura.
Da questo si evince che il manuale d’uso deve contenere almeno le seguenti informazioni:

  1. La collocazione delle coperture all’interno dell’involucro edilizio individuando le varie zone di copertura a cui fa riferimento il Piano di Manutenzione;
  2. La rappresentazione grafica planimetrica delle coperture dell’edificio con le indicazioni seguenti:
    1. Destinazione d’uso della copertura:
      1. Pedonabile solo per manutenzione del manto
      2. Pedonabile solo per manutenzione del manto e delle macchine poste sulla copertura
      3. Perdonabile per uso privato
      4. Perdonabile per uso pubblico
      5. Carrabile leggero (< 2t per asse)
      6. Carrabile pesante (> 2t per asse)
      7. Verde intensivo
      8. Verde estensivo
      9. altro
    2. Posizionamento degli impianti, lucernari, corpi emergenti, esalatori, bocchettoni di scarico, camini, e quanto altro potrebbe essere sulla copertura
    3. Sistema di raccolta delle acque meteoriche
    4. Disposizione degli accessi e apprestamenti di sicurezza (linea vita, percorsi segnalati, ringhiere perimetrali etc.)
  3. Composizione del sistema impermeabile comprensivo di schede tecniche, tipologia di posa (a colla, a secco, a fiamma, con fissaggio meccanico perforante e non perforante etc.), dati dei materiali utilizzati
  4. Individuazione di eventuali aggressivi sia nei materiali sia nelle vicinanze, sia in loco
  5. Incompatibilità e attenzioni circa i prodotti e le attrezzature da utilizzarsi nella Manutenzione Ordinaria
  6. Individuazione del Responsabile della Manutenzione, compresi i recapiti.

Il livello 1 e 2 hanno lo stesso contenuto.

A parte l’elencazione delle varie eventualità c’è una cosa importantissima che è stata inserita nel punto 4) ossia la ricerca di eventuali incompatibilità chimiche tra il manto di copertura e gli elementi ai quali sono stati agganciati o abbiano contatti. Come ricorderete spesso si presentano incompatibilità con i sottofondi alleggeriti, particolarmente basici, contenenti tensioattivi etc. In questo caso l’eventuale danno deve essere considerato nel Manuale d’uso; ma questo comporta che chi redige tale documentazione sia preparato e segua costantemente corsi d’aggiornamento; pertanto si rende necessario che il progettista incaricato della redazione sia affiancato da una figura professionale esperta nel settore che possa aiutarlo a prevedere ogni situazione si possa effettivamente verificare sulla copertura. Essendo il piano legato non alle garanzie legali, ma alla vita utile dello strato di copertura è essenziale che vengano presi in considerazioni eventi e danni che si possono realizzare anche nel lungo periodo. Per fare un esempio è fondamentale che vengano considerati gli shock termici di una copertura piana o di una conversa in una copertura discontinua (metallica) etc.

MANUALE DI MANUTENZIONE

Anche qui abbiamo una lunga elencazione di caratteri che devono essere compresi in un manuale; in particolare possiamo dire che il manuale deve contenere il corretto procedimento manutentivo e la possibilità di ricorso a manodopera specializzata.

Ricordiamo che la manutenzione è può essere di due livelli.

LIVELLO 1:
1) posizionamento dello strato a tenuta all’interno dell’involucro edilizio
2) individuazione degli scarichi e le altezze dei risvolti verticali perimetrali o dei corpi fissati sulla copertura
3) Azioni di manutenzione da far eseguire alla proprietà
4) Azione di manutenzione da far eseguire a personale specializzato

LIVELLO 2:
1) Posizionamento dello strato a tenuta all’interno dell’involucro edilizio
2) Rappresentazione grafica della stratigrafia con indicazione dettagliata dei materiali utilizzati e dei particolari esecutivi;
3) Schede tecniche dei materiali utilizzati
4) Informazioni dettagliate sullo smaltimento delle acque meteoriche oltre all’indicazione e misurazione dei risvolti verticali sui muri perimetrali.
5) Documentazione di garanzia, polizze assicurative rilasciate dall’impresa generalista, dall’applicatore o dal produttore dei materiali
6) Relazioni riguardanti le metodologie di vincolo dello strato a tenuta (zavorra, fissaggio meccanico, fissaggio ad induzione etc.) sia di tutta la stratigrafia, sia di eventuali singoli strati per contrastare l’azione del vento e della pioggia
7) Documenti di collaudo ed eventuali sistemi predisposti per la ricerca di eventuali perdite
8) Documenti di Non conformità venute in essere sia durante la costruzione, sia durante i collaudi da tutti i soggetti coinvolti.
9) Descrizioni delle risorse necessarie per l’intervengo manutentivo.
10) Livello minimo delle prestazioni della copertura
11) Anomalie riscontrabili
12) Manutenzione da farsi eseguire direttamente dalla proprietà
13) Operazioni di manutenzione da far eseguire a manodopera specializzata.

Il manuale deve continuamente essere aggiornato mediante la compilazione dei moduli, ma anche con la modifica del manuale stesso. Tutte le figure coinvolte devono partecipare alla redazione ed aggiornamento del manuale in modo che sia sempre prestazionale e possa garantire il massimo delle prestazioni dalla copertura continua.

Ovviamente deve contenere anche tutti i dati del responsabile delle manutenzioni.

La parte più innovativa direi che possiamo vederla nel punto 10 dove si parla di “Livello minimo delle prestazioni”. Finalmente viene dichiarato come deve funzionare e questa dichiarazione deve avvenire in fase di redazione della documentazione sulla copertura.
Il livello minimo delle prestazioni riguarda:
Tenuta all’acqua
Drenaggio delle acque meteoriche
Sicurezza sulla copertura
Consumi energetici
Condensa interstiziale
Coesistenza tra agenti biologici e chimici
Coesistenza meccanica
fruibilità
ispezionabilità manutenibilità
isolamento acustico
rumori aerei ed impattivi

Come si può notare i dati da inserire sono eterogenei e tendono a dare una visione completa che va oltre la normale concezione di copertura. Tra gli elementi si parla di fruibilità della copertura, si parla di sicurezza della copertura, ispezionabilità etc. Questi dati sono sempre stati utilizzati dai migliori progettisti, ma sono sempre stati evitati da coloro che vedono nella copertura un semplice confine del fabbricato.
Da quando vi è stato il boom delle energie rinnovabili, la copertura è divenuta una fonte di reddito che può avere una sua vita e delle sue regole specifiche. Se vediamo nella copertura non solo uno strumento per coprire l’edificio, ma anche per migliorare l’ambiente circostante mediante giardini pensili, o verniciature fotocatalitiche allora capiamo che non dobbiamo limitarci a capire quale garanzia possiamo avere o quali garanzie ci vengono concesse dalla legge ma dobbiamo far sì che la copertura sia sempre fatta con i migliori materiali, con la migliore manodopera e la migliore progettazione richiedendo ai tecnici che opereranno il meglio delle loro conoscenze. Non solo, passeremo dall’avere un centro di costo immediato ad un costo di vita della copertura dove il costo manutentivo (sia ordinario sia straordinario) diventa fondamentale per capire quale valutazione avrà per tutta la vita della copertura stessa.

E’ elencata, nella norma, anche una tabella circa le situazioni di rischio, cosa le causa e le conseguenze che vogliono dare un esempio ampio, ma non esaustivo, di cosa dovrebbe contenere un manuale di Manutenzione.

CORRELAZIONE TRA AGENTI, AZIONI, EFFETTI

  • Stati tensionali da carichi dinamici da agenti atmosferici, elementi correlati (Scossaline etc.) e elementi in copertura non correttamente fissati – vento, grandinePunzonamento con lesioni
  • Stati tensionali da carichi statici, dinamici per uso improprio della copertura – Scarpe non idonee, uso non previsto, deposito di detriti e/o oggetti – Affondamenti, lesioni, incisioni, punzonamenti, perdite immediate
  • Stati tensionali da carichi puntuali o lineari – Rivestimenti protettivi fessurati o rotti (quadrotti), attrezzature ed impianti direttamente posati sul manto impermeabile – Affondamenti, lesioni, incisioni ed eventuali infiltrazioni
  • Stati tensionali sotto carico del supporto – Pannelli isolanti non resistenti come da progetto, pannelli isolanti non resistenti perchè deteriorati a causa di infiltrazioni e/o condensa interstiziale – Affondamenti, lesioni, incisioni ed eventuali infiltrazioni
  • Stati tensionali dati da variazioni termiche 3/o umidità del supporto – Pannelli isolanti non fissati, instabili, giunti di dilatazioni non riportati sul manto impermeabile o non trattati – Corrugamento, lesioni, infiltrazioni
  • Stati tensionali dovuti ad escursioni termiche o da protezioni termiche fisse (massetti) – Mancanza di giunti di dilatazione o di tamponamento sui muri perimetrali che creano tensioni dovute al momento della protesione termica – Punzonamento, lesioni, incisioni con eventuali infiltrazioni
  • Stati tensionali in corrispondenza di elementi fissi della copertura – Contrazioni (termiche o da invecchiamento) impedite dovute alla connessione meccanica con elementi complementari – Stiramenti, lesioni vicini ai punti fissi, ondulazioni in angolo o superficiale, distacchi delle sovrapposizioni e/o degli strati presenti, deformazione e/o estrazione dei fissaggi, infiltrazioni
  • Stati tensionali in corrispondenza di elementi fissi – Vento, movimento o impedimenti – Stiramenti, lacerazioni, lesioni, ondulazioni in angolo e superficiali, dislocamento di elementi complementari e loro ricaduta, distacchi di sormonte e/o strati, deformazione e/o estrazione dei fissaggi meccanici
  • Esposizione alla radiazione solare, ombreggiamenti, concentrazione di irraggiamento solare, ristagni – Surriscaldamento naturale e aumentato da superfici riflettenti (vetri, lattoneria, coperture metalliche) , ombreggiamenti perenni (palazzi vicini, muretti), dinamiche di ombreggiamento – Invecchiamento precoce, perdita di massa ed esposizione di armature, reptazione, coccodrillatura, sfogliamento, sfarinamento e lesioni dell’elemento di protezione (pitture, etc.)
  • Alterazione chimico-fisica, meccanica dell’impermeabilizzazione – Depositi biologici sulla copertura (liquami, foglie, animali morti, etc.) con conseguente attacco batterico – Invecchiamento precoce, minore resistenza meccanica, perforazioni, radici, possibili infiltrazioni
  • Alterazioni chimico-fisiche, meccaniche dell’impermeabilizzazione – Presenza di depositi di sostanze chimiche aggressive sull’elemento di tenuta. Incompatibilità chimico fisica con strati contigui – Invecchiamento precoce, effetti variabili sulla reologia del compound in funzione della caratteristiche dell’aggressivo (diminuzione di volume)
  • Alterazione chimico/fisica di sigillature di elementi complementari (lattoneria, linee vita, etc.) – Elevata temperatura, escursioni termiche, irraggiamento, insabilità della mescola, azioni meccaniche da parte di animali – Distacchi, alterazioni meccaniche, asportazioni, infiltrazioni

Come detto sopra l’elenco non è esaustivo e può essere modificato, ampliato e corretto. Se, poi, vi sono delle coperture diverse, nello stesso edificio, con esigenze diverse allora bisognerà creare diverse sezioni nel Manuale di Manutenzione in modo che ogni singola copertura sia trattata analiticamente.

PROGRAMMA DI MANUTENZIONE

E’ il programma temporale prefissato dove vengono segnalati gli interventi da eseguirsi in ordine termpare; il programma è, per quanto possibile, organizzato anticipatamente in modo da avere uno scadenziario fisso e chiaro di ciò che deve essere effettuato. Ovviamente non è possibile prevedere ogni situazione e nel piano sappiamo che vengono comprese anche le manutenzioni straordinarie, pertanto è sempre possibile effettuare sopralluoghi ed interventi non previsti sia per urgenza sia per necessità e controlli.

Il contenuto è:
verifiche da effettuare;
risorse (sia della proprietà, sia dello specialista)
frequenza minima
modalità d’intervento.

Non esistono differenze tra il Livello 1 e il 2.

Il programma deve contenere la corretta cronologia degli interventi comprese le azioni correttive da impiegarsi e le eventuali modifiche apportate al Piano di Manutenzione (aggregato al registro di Manutenzione)
I ripristini devono sempre essere preceduti dall’analisi della situazione cogente; q uesto è semplice da capire: non basta mettere una pezza di guaina su una rottura, bisogna anche capire perchè c’è stata la rottura e, oltre a cancellare il sintomo, è necessario togliere anche le cause. Ovviamente l’attività diagnostica deve sempre essere quella massima per capire il problema.
Tutti gli interventi previsti devono essere eseguiti come da descrizione del Manuale di Manutenzione o dalle note dei produttori.
Tutti gli interventi si presumono sempre accettati e si pensa non esistano problemi originari (difetti di posa e difetti di progettazione) ma non si esclude che alcuni di questi difetti possano essere distanti nel tempo e si possano verificare in un futuro lontano dalla creazione della copertura. Il fatto che gli interventi siano valutati sempre perfetti dipende dal fatto che al momento della redazione della documentazione della manutenzione si sono dovute adottare tutte le capacità delle figure professionali incaricate perchè possano scoprire i difetti e porvi rimedio prima della consegna della copertura.
Ovviamente se avviene un problema di infiltrazione non previsto si può prevedere un intervento non programmato; altrettanto se vi sono eventi che possano causare modifiche nella vita della copertura il piano di manutenzione può essere modificato ed il Programma di Manutenzione variato fino ad aumentare gli interventi. A seguito di analisi e degli interventi il piano di manutenzione ed il suo programma sono organismi vivi e vitali che si sviluppano durante tutta la vita utile della copertura; tra i motivi di modifica del programma vi sono principalmente le condizioni climatiche della zona d’intervento.
Nel caso sia necessario un ripristino della copertura questi dovranno essere valutati in base alle cause dell’intervento, dal tipo di materiale usato per la copertura ed alla sua destinazione d’uso che può, nel tempo, variare da quella originaria.

CRITERI DI REGISTRAZIONE DELLE ATTIVITA’ E RINTRACCIABILITA’ DEI DOCUMENTI

La manutenzione della copertura va sempre dimostrata anche se non vi è un intervento correttivo. A questo scopo vi sono alcuni documenti, o moduli di controllo, che devono essere sempre compilati e firmati e devono contenere sempre almeno i seguenti dati:

Data
Durata dell’intervento
Manutentore ed altre persone presenti
Motivo (Programmata, straordinaria)
Situazione meteorologica durante l’intervento
Parti ispezionate (se non vi è tutta la copertura da controllare e se vi sono diverse coperture)
Stato della copertura continua
Rilievi e criticità osservate
Interventi consigliati e loro tempistiche – azione preventiva
Interventi necessari e loro tempistiche – azione correttiva
Interventi necessari e loro tempistiche – ripristini
Suggerimenti

Possono, ovviamente, essere previsti dei moduli dettagliati per le operazioni standard e dei moduli generici per gli interventi non previsti.
Nel registro della manutenzione è sempre utile inserire anche gli interventi eseguiti a ciò che è collegato alla copertura o posto sopra (macchine, antenne, canne fumarie, etc.).
La responsabilità della conservazione dei moduli e manuali è del Responsabile del Servizio di Manutenzione.

Queste pagine lunghissime sono ancora da sviscerare e da spiegare, ma una cosa la possiamo dire tranquillamente: la norma vuole far sì che le coperture continue siano progettate e gestite da professionisti delle impermeabilizzazioni, che i materiali vengano sempre scelti tra i più performanti e che la manodopera, sia in costruzione sia in manutenzione, sia sempre preparata ed organizzata. Si spinge in modo particolare la programmazione e progettazione facendo somigliare la manutenzione di una copertura continua ad un sistema di qualità ISO 9001. Il sistema può funzionare se tutti gli attori si organizzano, preparano ed aggiornano alle esigenze; ma soprattutto se le esigenze della copertura vengono viste con lungimiranza e in proporzione alla vita utile del sistema impermeabile ed alla costruzione su cui è posta.

La complessità della norma non mi da la possibilità di poter fare grandi commenti, pertanto verranno fatti in articoli correlati nei giorni a venire.


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Impermeabilizzazioni

Le impermeabilizzazioni autopulenti

Dal momento che ci troviamo di fronte a grossi problemi energetici tutta l’edilizia sta (o almeno dovrebbe) cercando di costruire nel concetto di massimo risparmio energetico e funzionalità energetica.

Non si distinguono le impermeabilizzazioni di copertura che, oggi, sempre di più vengono richieste con colori chiari per poter sfruttare il principio di riflettenza della superficie onde avere un tetto freddo!

Il problema più grosso che si presenta, a questo punto, è: come teniamo PERFETTAMENTE pulita la superficie della membrana (qualsiasi) in modo che possa riflettere la luce solare?

La questione non è da poco: perchè possa essere riflettente una superficie deve essere perfettamente pulita e lucida; ci sono additivi che vengono introdotti nelle verniciature che migliorano questa caratteristica, ma la pulizia periodica è altrettanto importante.

Fatta questa premessa devo aggiungere che molti produttori (di tutti i tipi di impermeabilizzazione) vendono sistemi finiti come autopulenti: è un falso (non esagero con le parole… ma il termine che avevo pensato era un altro); non esiste una superficie autopulente!

Nonostante tutti sappiano questo molti progettisti ci cascano pensando a chissà quali nuove tecnologie: bene, la nuova tecnologia paragona un piano ORIZZONTALE leggermente inclinato alle finestre di vetro VERTICALI! Se fosse vero nessuno si troverebbe a dover pulire le finestre di casa o degli uffici!

Per precedenti mie esperienze sappiate che posso garantirvi che l’AUTOPULIZIA non esiste! e se esistesse le grandi imprese di pulizia l’avrebbero già sfruttata su altre superfici prima che nelle impermeabilizzazioni!

Quindi, cari progettisti, quando vi dicono che un sistema è autopulente sappiate che si intende che, grazie alla pendenza e alle precipitazioni, il pacchetto impermeabile si pulisce dalle foglie che volano sulla coperture… e null’altro; la questione, però, è ininfluente circa le caratteristiche di riflettenza di una membrana chiara che deve, almeno una volta all’anno, essere LAVATA perchè mantenga le sue caratteristiche!

Spero di esservi stato utile e vi auguro buon lavoro.