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Keep calm e metti il primer


Strano a dirsi ma devo ringraziare Google e la sua scansione degli antichi testi. Ho trovato, su un testo napoletano del 1700 una cosa interessante: “A quelli non si dà colla; ma l’imprimitura di colore ad olio, e secca poi si dipenge, come dice il Vasari”.

E’ meglio fare un passo indietro. Dopo aver letto tante discussioni, fatte tante discussioni, visionato fotografie di errori di posa, di danni causati da calamità, di problemi di perdite sul tetto devo dire che mi sono demoralizzato continuando a predicare l’utilizzo del Primer. A questo punto volevo capire da dove nascesse il primer, cosa fosse e da dove venisse nella storia. Cosa trovo: solo riferimenti alla pittura, scopro che i pittori rinascimentali avevano fatto dell’imprimitura una vera e propria scienza, con tanto di ricette segrete che si tramandavano di maestro in allievo prediletto, con scontri tra artisti e via dicendo! Insomma scopro che il primer si usa da secoli, se non millenni, scopro che gli antichi egizi avevano l’abitudine di dipingere su un supporto fatto con un intonaco di calce che permettesse di limitare la porosità di certe pietro o darne ad altre per permettere agli affreschi di rimanere a lungo sui muri.

Insomma scopro che il primer è sempre stato utilizzato nella storia fin quando il risultato contava decisamente più del compenso. Dal boom economico e dalle grandi speculazioni edilizie del dopo guerra il primer diventa uno sconosciuto. Eppure si trovano manuali dove se ne parla… ma in fondo il “grande padre cemento” non aveva bisogno di magie per durare a lungo, era l’avvento della modernità e della tecnologia!

Proprio per questo ho citato la frase che ho trovato su questo libro: i grandi artisti del passato usavano il primer, i pittori moderni usano il primer, gli artisti in genere sanno che la preparazione del supporto è fondamentale per la riuscita del loro capolavoro. Ma perchè i nostri bravi artigiani non considerano il primer fondamentale per la riuscita del loro capolavoro? Forse perchè non lo considerano un capolavoro! Forse perchè nell’economia del lavoro non è importante quanto questo duri nel tempo, ma è più importante fare economie di cantiere per rientrare nei costi preventivati… ma soprattutto evitare quelli non preventivati.

Non so proprio a chi rivolgermi questa volta, se prima agli applicatori specializzati o ai loro clienti, perchè entrambi sono colpevoli della scarsa durata del lavoro e della mancanza di utilizzo delle giuste procedure. Anticamente, quando un cliente chiamava un capomastro o un architetto per realizzare una costruzione, questi cercava di mettere in chiaro che la costruzione doveva durare nel tempo ed essere funzionale per tutta la sua vita. Il capomastro o l’architetto (non me ne vogliano i laureati… parlo di un’epoca in cui la laurea in architettura avveniva in cantiere e non sui banchi universitari) mettevano insieme i migliori materiali e la migliore manovalanza specializzata per realizzare l’opera. Finita si potevano vantare di ciò che avevano realizzato sia il costruttore sia il cliente che avrebbe usato l’opera.

Oggi il lavoro di progettazione viene bellamente sottoutilizzato come se non servisse avere una idonea preparazione tecnica del lavoro che deve essere fatto… insomma il primer non si usa. Uscendo dalla sua definizione letterale possiamo dire che non può esistere un’opera edile , di qualsiasi tipo, senza un’idonea imprimitura!

Tornando alla lettera cerchiamo di capire perchè un primer è così importante per ottenere un risultato. Intanto cosa fa il primer: il primer permette di massimizzare l’adesione dei materiali che vogliamo utilizzare al supporto dove li vogliamo utilizzare; il primer permette che le condizioni del supporto non creino problemi a ciò che vogliamo utilizzare (pensate ad un passaggio di vapore acqueo o di umidità dal basso all’alto). Insomma il primer è quel materiale che garantisce ad un altro di rimanere aggrappato al supporto durante la sua vita utile. Ovviamente non esiste un solo primer, ma ne troviamo uno specifico per ogni tipo di utilizzo: abbiamo il buon vecchio primer bituminoso, abbiamo il primer epossidico per fondi umidi, abbiamo il primer epossi-poliuretanico per strutture sgretolanti, abbiamo il primer acrilico per migliorare la penetrazione, abbiamo il turapori; abbiamo una marea di materiali che possono essere utilizzati. Il punto è che DEVONO essere utilizzati, altrimenti il risultato non può essere garantito.

Torniamo al nostro artigiano che deve posare un sistema specifico e non utilizza il primer. Perchè lo fa? Cosa gli dice la testa? Non capisce che sta danneggiando il cliente e sé stesso? La risposta a queste domande è ovvia e risaputa: l’artigiano non è uno sciocco e sa che rischia. Il punto è che l’artigiano consapevole delle giuste procedure non viene riconosciuto dal cliente come tale e non vi è un mezzo per riconoscerlo perchè non ha un patentito con scritto “IO USO IL PRIMER E SO FARE I LAVORI”. Bisogna, a questo punto, pretendere che i dettagli del lavoro vengano scritti sul preventivo, bisogna farsi affiancare da un buon consulente che possa consigliarvi sulle giuste procedure ed avere un progettista che sia in grado di seguire i lavori e controllare che le opere vengano compiute con i sacri crismi dettati dai produttori dei materiali.

Un consiglio su tutti: quando chiedete di utilizzare il primer e l’artigiano vi dice che “il primer serve solo a truffare la gente”, cacciatelo a calci nel sedere e intimategli di cambiare mestiere.


Di Arcangelo Guastafierro

Progettista di sistemi termo-impermeabili e di sistemi di manutenzione dell'involucro edilizio. Tecnico specializzato presso lo Studio Poseidon S.r.l. e presidente dell'associazione Imperbene

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