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UNI 11540 – il Manuale d’Uso


Come detto nella parte generale il manuale d’uso (della copertura) non è altro che la raccolta di tutte le notizie, il più dettagliato possibile, sulla copertura e su chi ne è responsabile.

Partiamo dal presupposto che per rispettare questa norma è necessario che vi sia una perfetta armonizzazione delle esigenze tecniche con quelle manutentive e che deve essere progettata, la manutenzione, fin dalla sua origine. Insomma il nostro progettista dovrà farsi in quattro perchè non penserà più a breve termine (uso del fabbricato per i suoi scopi principali) ma a lunghissimo termine facendo sì che il fabbriacato, o la porzione di esso, sia MANUTENIBILE.

Cosa vuol dire MANUTENIBILE? È una parola che sembra strana e sicuramente ha un suono scorretto! Ovvio, non facendo mai manutenzione non sappiamo quali siano i caratteri principali di queste operazioni.

Innanzitutto perchè una copertura sia manutenibile è necessario che sia praticabile! Eh già! Se non ci si può andare sopra come è possibile lavorarci? Pertanto se una copertura presenta dei pericoli nascosti è bene che vengano segnalati! In passato mi trovai a consigliare, al progettista di un capannone, di utilizzare le vernici protettive come dei segnali stradali, dando indicazioni sulle zone pedonabili e quelle pericolose! In fondo basta utilizzare i colori a nostra disposizione. Ad esempio colorare di bianco tutte le zone su cui non vi è pericolo e di rosso quelle con pericolo di caduta o altro! A vederle dall’alto sicuramente potrebbe saltare fuori un bell’arlecchino, ma sicuramente l’utilizzo del codice colore del pericolo (ROSSO) è un metodo assolutemente comprensibile per segnalarne la presenza. Ovviamente mi fu detto che era inutile perchè dopo pochi anni la vernice sarebbe scomparsa e non si sarebbe più saputo quali parti erano pericolose (Evviva la lungimiranza dei progettisti… per fortuna non sono tutti così).

Altro problema che deve essere affrontato, prima di pensare ad intervenire per manutenzione, è l’accesso alla copertura: non è possibile usare come tecnici Superman o Tarzan o Spiderman! E’ necessario che vi sia un accesso sicuro alla copertura e che sia funzionale, non solo alle visite ispettive, ma anche al trasporto di piccole attrezzature! Insomma una scala in verticale appoggiata alla grondaia senza appigli e agganci per la cintura di sicurezza non va bene!
La cosa migliore è un accesso dall’interno, dove è possibile stoccare le attrezzature per lavorare in copertura. Se non è possibile sarà necessario creare una scala sicura con un sistema per il sollevamento delle attrezzature.

Questi argomenti sono di facilissima progettazione e realizzazione quando si parla di un edificio nuovo, tutt’altra cosa avviene negli edifici esistenti. Rimane che è fondamentale sapere come raggiungere la copertura e come muoversi ed è altrettanto importante avere dei sistemi il più a lungo longevi dove non siano permessi sotterfugi o mancanza di qualità.

Sapendo come muoverci e come raggiungere la copertura possiamo pensare a cosa inserire nel Manuale d’Uso e come utilizzarlo: innanzitutto avremo alcuni disegni che rappresentano le varie tipologie di coperture all’interno dell’involucro edile su cui stiamo lavorando. La rappresentazione grafica facilita il lavoro di chi deve compiere piani o eseguire manutenzioni, inoltre è facilmente leggibile da un professionista. Allo stesso tempo ci permette di capire i percorsi da seguire per raggiungere le varie coperture.

Tra i disegni vi sono anche i dettagli di copertura: sia il disegno della copertura con i sui particolari, sia i dettagli stratigrafici per ogni particolare e per la sua generalità.
Il primo punto è la destinazione d’uso della copertura. La norma in oggetto estende alcune delle solite destinazioni d’uso specificando il vero e proprio carico dell’uso. Ad esempio la copertura pedonabile è esplicitamente divisa in quattro sottogruppi: pedonabile per manutenzione della copertura, per manutenzione della copertura e delle attrezzature ivi poste, pedonabile privatamente, ad uso pubblico. E’ ovvio che ognuno dei punti elencati crea esigenze differenti che portano ad avere comportamenti differenti.

Il dettaglio degli elementi emergenti è altrettanto importante perchè ci permette di capire non solo l’evoluzione della copertura, ma anche se è stato eseguito un lavoro senza che ne venisse segnalata l’esecuzione: se troviamo un condizionatore, o un camino che non c’era possiamo tranquillamente far ricadere la responsabilità sul Responsabile della Manutenzione e sull’utente o il proprietario della copertura. Non solo, avendo a disposizione i dettagli di tutti i punti problematici possiamo eseguire una più efficace manutenzione ottimizzando i tempi della stessa.

Altri documenti che devono essere inseriti nel manuale sono quelli riguardanti la costruzione e le eventuali manutenzioni eseguite: tutti i materiali dovranno essere seguiti da una scheda tecnica che potrà essere utilizzata dal manutentore per capire quali e quanti interventi siano necessari, quali materiali siano compatibili. Ovviamente il manuale della manutenzione cercherà di diminuire al massimo la discrezionalità degli operatori manutentivi, ma non potendo prevedere ogni cosa è necessario che tutte le informazioni siano sempre disponibili a chi esegue i lavori o i controlli. Non dimentichiamo che sono anche importantissime le specifiche delle tecniche di posa utilizzate! Se abbiamo un manto in totale aderenza o un manto indipendente con fissaggio ad induzione, ci dovremo muovere e lavorare in modi specifici. La generalizzazione e l’approsimazione degli interventi è stata bandita da questa norma!

Fin qui possiamo vedere cose normali, a volte esagerate (a me lo dicono continuamente che lo sono…), ma sicuramente utilissime e facili da capire.

La norma, però, non si è voluta fermare! Con l’avanzare delle tecnologie, con le modificazioni climatiche, con le richieste di attrezzature particolari e con un urbanistica in continua evoluzione è necessario conoscere tanti altri dettagli che permettano di creare un sistema manutentivo efficiente e duraturo.

Tra le cose che si rende necessario indicare vi è la segnalazione di possibili aggressivi presenti nei materiali da costruzione che sono stati utilizzati sopra, sotto, attorno al nostro pacchetto impermeabile, ma soprattutto quelli che possono provenire dall’ambiente circostante. Uno di questi aggressivi è stato previsto da tempo dai Vigili del Fuoco nel caso di costruzione di impianti fotovoltaici: il fuoco. In questo caso vi è l’imposizione di utilizzare materiali ignifughi o che ritardino la propagazione del fuoco.
Questo esempio ci pone un pensiero molto importante. Più che in un piano di manutenzione è necessario che queste particolarità vengano valutate in fase progettuale. Se vi è un aggressivo chimico presente nell’aria dovremo valutarlo molto bene prima di eseguire l’impermeabilizzazione. Allo stesso tempo i produttori di materiali edili dovranno cominciare a rispondere alle domande degli esperti e dei progettisti circa la compatibilità chimica di alcuni additivi che vengono ulitizzati che, si sa, causano l’obsolescenza precoce dei manti impermeabili.
Quindi possiamo dire che questi dati devono essere valutati dal progettista o dagli esperti che fungono da consulenti, ma potrebbe esservi l’esigenza di segnalare in “corso di vita” la presenza di nuovi aggressivi in precedenza assenti.

Il manuale d’uso della copertura, quindi, altro non è che uno strumento di consultazione dove vi è tutto quanto si può ricercare sulla copertura, sulla sua storia e sul suo futuro. E’ importantissimo saperlo leggere ed è altrettanto importante saperlo aggiornare.

Si potrebbe pensare che per una copertura di piccole dimensioni sia un’esagerazione tutto questo, ma la filosofia della norma non ci vede manutentori per rispondere a garanzie e dopo 10 anni dimenticarcene, ma propone alla proprietà di dare vita utile e lunga alla propria copertura; prevede di anticiparne i costi e le caratteristiche in modo tale da poter programmare le eventuali spese e prevede che vi sia sempre un occhio esperto che la controlli.

Piuttosto vi è da chiedersi come facciamo a capire chi è esperto e chi no. Questo è un dilemma tutt’ora irrisolto! Diciamo che bisognerebbe cercare di approfondire le conoscenze di un manutentore, eventualmente affiancandolo ad un esperto di propria fiducia o di comprovata capacità.

Effettivamente possiamo vedere la figura dell’esperto divisa in due figure specifiche e non concorrenti: un controllore visuale ed un operatore manuale (non previsti dalla norma).

Il controllore visuale è colui che conosce tutto e tutti i dettagli della copertura, che è capace di vedere le singole criticità e che possa far intervenire l’operature manuale.

L’operatore manuale è un impermeabilizzatore professionista che è in grado di maneggiare tutti i materiali specifici e può, in collaborazione con il controllore visuale, studiare le migliori strategie per rendere la manutenzione della copertura il meno oneroso possibile a parità di garanzie.

Ah già, le garanzie! Non si parla di garanzie! Nella norma vi è un accenno solo ai documenti che il posatore o il produttore possono dare! La filosofia della norma non prevede che vi sia un termine alle garanzie! Prevede che la copertura abbia una durata e per tale lasso di tempo funzioni sempre al meglio! Per questo richiede la presenza di specialisti! Possiamo, a questo punto, parlare di cosa sia uno specialista. Anche qui non abbiamo attestati, non abbiamo diplomi, non abbiamo corsi che possano abilitare un operatore, ma possiamo avere un curriculum, possiamo valutare la cultura personale circa i materiali e i metodi di posa. Sarebbe opportuno, a questo punto, che venisse creato un metodo per capire chi sa e chi non sa spostando la trattativa commerciale dal prezzo totale alle capacità tecniche.

In conclusione la copertura è fatta per durare decenni, non possiamo pretendere che costi poco e che venga messa in mano ad inesperti ed improvvisati operatori della domenica. La norma è chiara, parla di progettazione, di sistemi di qualità! Questi parranno anche esborsi esagerati, ma se spostiamo l’attenzione dal momento in cui vengono spesi i soldi ad un più ampio periodo temporale per avere una visuale completa di tutta la vita della copertura vediamo che il costo è ridicolo confrontato al costo dell’approsimazione in cui viviamo oggi.


Di Arcangelo Guastafierro

Progettista di sistemi termo-impermeabili e di sistemi di manutenzione dell'involucro edilizio. Tecnico specializzato presso lo Studio Poseidon S.r.l. e presidente dell'associazione Imperbene

2 risposte su “UNI 11540 – il Manuale d’Uso”

Era l’ora che qualcuno cominciasse a uscire dal pressapochismo per quantomeno avvicinarsi a considerazioni scientifiche, che sono semplici nella logica, ma che pochissimi sanno rispettare nella funzionalità e nella semplicità manutentiva.

MOLTO INTERESSANTE PROFESSORE!!
La prego di mettersi in rapporto per progetti importanti in Francia .
Cordialmente
A.M. Graziosi

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