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Cristo è morto dal freddo

Immagine presa dal web (http://www.ourfreetime.it/orwell/)

Non passa giorno che non arrivi qualche richiesta strana, non passa giorno dove non si sentano cose ancora più assurde e i social non fanno altro che amplificare la distrazione di massa. Come possiamo pensare di fare informazione se ognuno ha l’autorità di scrivere ciò che vuole e farlo passare per vero?

Ovviamente non voglio parlarvi di COVID-19, di vaccini, di terapie intensive ma semplicemente di impermeabilizzazioni. Possibile che crediate a tutto ciò che chiunque scrive? Possibile che non si riesca a pensare che le soluzioni miracolose sono delle truffe? Che i materiali più incredibili esistano solo nei cartoni animati? Eppure ogni giorno si vedono video di persone che spruzzano liquidi colorati spacciandoli per la panacea a tutti i mali o applicando i materiali tradizionali come fossero un pilota di rally nel mezzo di un duello.

Le impermeabilizzazioni sono una cosa seria, difficile da fare, richiedono lavoro costante, formazione continuativa e “sono 40 che faccio così e non ho mai avuto un problema” non vale per nessuno! Chi deve dichiarare la propria competenza in modo così assurdo dovrebbe essere cacciato a calci nel sedere. Eppure, ogni giorno, andando a vedere i disastri che sono stati fatti sulle coperture impermeabilizzate, sento dire le stesse cose. Ma non solo una volta. Molte e molte e molte altre ancora; e sempre dalle stesse persone.

Ma cosa c’è di così strano da dover pensare che le impermeabilizzazioni siano una cosa seria?

Perché non si riesce a vedere la professionalità in chi vi assiste? Questa non ha bisogno di prove curricolari, gli basta la semplice presenza in cantiere. Avete mai visto Renzo Piano andare in cantiere e dire “sono 40 anni che faccio così e non ho mai avuto un problema?”. Ma sul serio ci credete ancora?

Beh, sapete cosa vi dico: Cristo è morto dal freddo, che ci crediate o meno, più o meno in quel periodo, più o meno da quelle parti faceva freddo e lui era più o meno nudo. Sulla croce non c’è mai salito (perché faceva più o meno freddo) ed è rimasto come un barbone a dormire su una panchina alla stazione terminal di Gerusalemme coperto dai cartoni di Amazon.

Vi piace così la storia? Perché è questo che continuate a fare, cari committenti. E’ così che voi credete ad ogni panzana che vi viene propinata, basta che si aggiunga la frase “sono 40 anni che faccio così e non ho mai avuto un problema”.

Un professionista affermato, un professionista serio non ha tempo da perdere nel continuare, una, cento, mille volte a difendere la propria competenza. Un professionista serio vi dà la soluzione, vi dice come metterla in pratica e vi segue… ah, e vi chiede anche una parcella salata! Perché sapete, non tutti vivono d’aria e studiare costa fatica, tempo e denaro.

Ad aggiungere peso a queste mie parole ci sono coloro che pretendono il riconoscimento della propria professionalità nel proprio campo ma non si sognano minimamente di darla agli altri. Beh, cari signori, mi spiace essere così duro ma non mi lasciate alcun appiglio: o Cristo è morto dal freddo o voi dovete smetterla di comportarvi come persone di poco intelletto e cominciare a capire che i miracoli non esistono.

Mi ripeto e non mi spiace per questo: le impermeabilizzazioni sono una cosa seria. Se poi non vedete i calcoli estremi che gli ingegneri fanno per le strutture, se non vedete i fantasmagorici disegni che gli architetti fanno per i loro progetti o i dettagli incredibili che vengono sfornati da studi tecnici con scale 1:100 è perché non avete mai chiamato un tecnico serio. Uno specialista nelle impermeabilizzazioni vi disegna il dettaglio di ciò che deve essere impermeabilizzato. Non essendovi una normativa uniformata sull’argomento, non esiste una procedura univoca. C’è chi li disegna in scala, c’è chi li fa in 3D, che chi (come il sottoscritto) non li fa in scala per evidenziale la parte della stratigrafia impermeabile in mezzo a stratigrafie complesse. In ogni caso, i dettagli applicativi devono essere prodotti se volete che la copertura venga impermeabilizzata correttamente.

Quindi, vi prego, basta con la carta catramata, basta con il prAimer (si scrive primer), basta con i materiali che con una passata fanno il miracolo, basta con l’approssimazione.

Ricordate, anche se non vi sembra, la copertura che vi difende dall’esterno e dagli agenti atmosferici, difende anche la struttura dentro la quale state e se non la impermeabilizzate correttamente, prima o poi vi cadrà sulla testa. E se vi viene da dire “ma tanto cosa vuoi che succeda, chissà quanti anni ci vorranno”, chiedetelo ai parenti delle vittime di Ponte Morandi (già…. l’acqua è veicolo di degrado, di carbonatazione, è solvente per i sali che corrodono i ferri di armatura, è degradante primario quando si congela, etc.).

L’acqua è vita ma è anche morte. Sta a noi decidere come si dovrà comportare. Basta scuse e basta continuare a buttare via soldi in soluzioni inutili. Piuttosto che fare un pessimo lavoro, non fate nulla, perlomeno avrete risparmiato soldi.

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Ma davvero ti rivolgeresti ad un farmacista?

Hai mai pensato che i lavori fatti in casa tua non funzionino perchè hai scelto il metodo sbagliato? Non intendo dire che i materiali siano per forza sbagliati o che lo sia il posatore o che lo siano entrambi… ma tu normalmente ti fai consigliare dal venditore per le cose importanti?

Ti faccio un esempio pratico. Fai un esame clinico e scopri (speriamo di no) che hai un tumore alla prostata (per una volta colpiamo solo i maschietti). Cosa fai? Molto semplice, vai dal farmacista e chiedi quale sia il medicinale migliore per curare il brutto male che ti è stato diagnosticato!

No, non sono pazzo, tu fai proprio così!

Un altro esempio? Hai il tetto, o il terrazzo, che perde e chiami un impermeabilizzatore per farti dire cosa devi FARGLI fare.

Eh, già, sono la stessa situazione. Per un caso grave che riguardi il tuo corpo, nella realtà, andrai a cercare il miglior specialista (sentendo il medico di base e le migliaia di amici, parenti, conoscenti, che ti consiglieranno un nome da contattare) e, dopo aver preso appuntamento e pagato una lauta parcella (ma si tratta della vita… non c’è cifra che tenga), ti farai prescrivere una serie di indagini diagnostiche nuove (che pagherai senza fiatare), una serie di incontri con lo stesso specialista (che pagherai senza fiatare) ed infine la risoluzione con un intervento o altra terapia (che pagherai senza fiatare).

Allora perchè quando vedi una perdita di acqua dal tetto chiami l’impermeabilizzatore (il contraltare del farmacista) e non un progettista specializzato (il contraltare del medico specialista)? Perchè sai, come il tuo corpo, anche il corpo della casa (detto involucro) si ammala; ma si può anche curare, a patto che vengano somministrate le giuste cure.

Un amico ha chiamato la sua attività “il medico della casa”, un altro “chirurgia impermabilizzativa”. Perchè questo se non per il fatto che gli interventi che vengono eseguiti su una struttura sono importanti esattamente come le cure che riservi al tuo corpo?

Bene, la prossima volta che qualcuno (come il sottoscritto) chiederà una cifra per redigere relazioni tecniche o fare sopralluoghi, ricorda che ti sei rivolto ad un professionista, esattamente come un medico nel suo lavoro, che studia, partecipa a seminari, discute con colleghi in simposi ed altro. Non sempre spendere poco è la soluzione; la miglior spesa è quella perfettamente proporzionata al problema ed alla soluzione “su misura”.