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Giardini pensili

Oggi si parla di giardini pensili per i grandi vantaggi che può dare, indubbi, grandiosi e permanenti. Purtroppo ci dimentichiamo che per funzionare il giardino pensile ha uno strato che è più importante di tutti gli altri: l’impermeabilizzazione.
Questa permette di vivere comodamente nei locali sottostanti il giardino, permette di proteggere la struttura portante dagli effetti disgregativi dell’acqua e convoglia tutte le acque in eccesso verso i punti di scarico progettati.

E’ pressoché ignorata, come sempre.

Ho trovato molti documenti sullo studio di giardini pensili, tutti fanno riferimento ad un sacco di norme UNI, studiate e scritte appositamente dai produttori dei terricci o degli strati intermedi, o a consuetudini, ho trovato anche una tesi di laurea datata 2011 (quindi piuttosto recente), tutti questi documenti hanno un’unica caratteristica in comune: si sbaglia sempre quando si parla dello strato impermeabilizzante.

Proviamo a chiarire qualche punto:

  • l’impermeabilizzazione può essere una qualsiasi di quelle che possono essere usate in copertura (bituminosa, sintetica, resina);
  • L’adesione al supporto non è necessaria, diciamo che è realizzata in base alle caratteristiche del sistema impermeabile scelto. E’ invece necessaria l’adesione totale nei risvolti verticali.
  • >L’additivazione antiradice serve solo per i manti bituminosi. E’ necessario controllare che ogni tipologia di saldatura sia eseguita correttamente;
  • Le tensioni che si possono verificare sono minimali (salvo la presenza di giunti di dilatazione… ma questi sono progettati appositamente e si sa esattamente come, quanto e quando si muoveranno) in quanto il manto non è sollecitato dalla radiazione solare se non nelle piccole parti esposte dei risvolti verticali.
  • La stratigrafia normata prevede vari strati di sbarramento che provvederanno a proteggere ulteriormente il manto impermeabile dall’attacco delle radici: tessuti di drenaggio, manufatti di raccolta d’acqua.
  • Il bocchettone di scarico deve essere ispezionabile anche quando il giardino pensile sarà finito, Quindi è necessario che fuoriesca dal giardino stesso. Per questo ci sono manufatti appositi che permettono lo scolo delle acque non solo in piano ma anche sul tubo verticale che esce dal giardino.
  • La capacità antiradice di un manto è relativa. Questa funziona se le essenze piantate non sono dotate di apparati radicali particolarmente profondi. E’ inutile piantare un Cedro del Libano (non preoccupatevi, l’hanno fatto in tanti) in un giardino pensile di 50/70 cm di profondità. Prima o poi le sue radici passeranno tutti gli strati, compreso il solaio in calcestruzzo armato.
  • >La manutenzione deve essere eseguita ugualmente, anche se il manto non è a vista.

Possiamo dividere i giardini pensili in due macrocategorie: quelli intensivi ed ornamentali, sono quelli che vediamo e viviamo all’interno delle costruzioni; quelli estensivi normalmente utilizzati in coperture non praticabili.

Una delle mode che riguardano la piantumazione è quella di usare il Sedum. Questa piantina, ne esistono centinaia di specie, si adatta quasi a qualsiasi situazione, fiorisce in tanti modi diversi, quindi regala un panorama veramente interessante.

Questa piantina, però, ha anche una caratteristica particolare: come dice un mio amico: ha tanta voglia di vivere. La porta a radicare in qualsiasi posizione, Gli basta una goccia d’acqua ed un pezzo della pianta e germoglia ovunque.

SEDUM. – Genere di piante Dicotiledoni Archiclamidee della famiglia Crassulacee. Sono erbe annue o perenni con o senza getti sterili, con foglie carnose piane o cilindriche. Fiori riuniti in cime o in corimbi più o meno addensati: calice di 4-9 sepali, corolla di 4-9 petali bianchi, gialli, rossi o verdi, stami in numero uguale o più spesso doppio dei petali, ovario apocarpo di 4-9 carpelli, ciascuno con numerosi ovuli biseriati. Frutti a follicolo. Comprende 140 specie delle regioni fredde e temperate dell’emisfero boreale e dell’America Centrale, 1 del Perù.

In Italia vivono una trentina di specie che abitano i vecchi muri, i luoghi sassosi e pietrosi dal mare ai monti. Alcune (come S. maximum, S. telephium, S. fabaria, S. anacampseros, rupestre, album, ecc.) furono usate come rinfrescanti, diuretiche e vulnearie. Il S. acre era usato come febbrifugo e contro l’epilessia e il cancro.

(Treccani, enciclopedia on-line)

Come potete vedere la piantina, tanto belle e tanto carina, potrebbe creare un serio problema alle nostre città nel prossimo futuro! Infatti questa pianta si attacca ovunque. Provate a guardare nelle crepe del manto d’asfalto, nelle pietre di rivestimento come il travertino, nei cordoli dei marciapiedi o nei gradini presenti nelle nostre città.

Perché, invece di usare piante come queste non facciamo dei giardini aromatici? Ci sono piante che sono adattissime a stare su giardini pensili… e se proprio dovranno invadere le nostre città, almeno ne avremo una pianta utile anche a profumare le nostre città puzzolenti!

In sostanza sollecito i nostri architetti, quelli più sensibili all’argomento, a non tralasciare lo strato impermeabile, se non sanno come fare a progettarlo chiedano ad un progettista specializzato (se proprio non ne trovate potete contattarmi) e, soprattutto, facciano dei tetti verdi dei veri giardini pensili e non una fucina d’infestazione.

Di Arcangelo Guastafierro

Progettista di sistemi termo-impermeabili e di sistemi di manutenzione dell'involucro edilizio. Tecnico specializzato presso lo Studio Poseidon S.r.l. e presidente dell'associazione Imperbene

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