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Ditra o non Ditra?

Buonasera a tutti.

Alcune sere addietro, io (Mario Monardo) ed Arcangelo Guastafierro, abbiamo intrapreso una piacevole conversazione in merito ad alcuni sistemi impermeabili per coperture piane presenti sul mercato e che vengono proposti come panacea di tutte le problematiche.

Una bellissima frase recita: “Niente è come sembra anche se il sembra a volte è bellissimo”…..

Si tratta di una citazione meravigliosa che descrive perfettamente l’attuale universo dell’edilizia e in particolare il fantastico mondo degli applicatori, categoria dove spesso si utilizza questo o quel prodotto perché .…si è sempre fatto così, ha sempre funzionato così e soprattutto è costato pochissimo.

Sempre più frequentemente, parlando con molti posatori di diverse regioni, ci siamo accorti che in tantissimi utilizzano prodotti o sistemi senza conoscere perfettamente ciò che applicano o peggio ancora ignorandolo completamente. Sembra assurdo ma è proprio così e come esempio a tal riguardo parliamo di un prodotto denominato col marchio commerciale di Ditra-25 della Schluter®. Per molti si tratta di un sistema impermeabile da usare per coperture piane, terrazze e balconi anche perché questo è quanto viene indicato e riportato sulla scheda tecnica.

Quanti sanno esattamente come deve essere applicato il Ditra-25 sulle coperture piane, sulle terrazze e balconi?

Quanti hanno letto attentamente la scheda tecnica del Ditra-25?

A pagina 5 della scheda (documento tecnico ufficiale), alla voce “Terrazze sopra vani/“coperture piane”, viene riportato:

Nel caso di tetti terrazzati situati al di sopra di vani (abitati, di servizio o similari), è sempre necessario realizzare una “copertura piana” con corretta pendenza, seguendo le norme vigenti in materia (in Italia UNI 8627 etc.) ed eventuali regole di buona pratica. Dove è da attendersi una differenza di temperatura fra esterno ed interno è da installare a regolare d’arte una barriera al vapore, già in pendenza, sulla quale posare un pannello isolante termico correttamente dimensionato e una impermeabilizzazione (“elemento di tenuta” – ai sensi della UNI 8627). Sopra l’impermeabilizzazione viene applicato il sistema di drenaggio e di protezione (Schlüter®-TROBA o Schlüter®-TROBA-PLUS). Prima della posa del pavimento posare un massetto per la ripartizione del carico. Sulla superficie del massetto si posa a colla Schlüter®-DITRA 25 per separare il pavimento dal massetto e per proteggere il massetto dall’umidità. Schlüter®-DITRA 25 in questo caso funge principalmente da guaina di separazione e neutralizza le tensioni che si formano frequentemente tra il sottofondo e il pavimento in seguito alle notevoli escursioni termiche che si manifestano sulle terrazze”.

Escludendo le frasi di rito che vogliono sottintendere una corretta realizzazione della stratigrafia di sottofondo, analizziamo alcuni passaggi del testo sopracitato per evidenziare degli aspetti che riteniamo fondamentali.

  1. ”Dove è da attendersi una differenza di temperatura fra esterno ed interno […]” Non è importante ciò che è scritto ma ciò che è sottinteso. Quali sono le strutture che non presentano un delta termico tra interno ed esterno? Semplice. I balconi e basta!!! Al massimo qualche vecchia autorimessa degli anni ’50…. ma null’altro!

  2. ”[…] è da installare a regolare d’arte una barriera al vapore, già in pendenza, sulla quale posare un pannello isolante termico correttamente dimensionato e una impermeabilizzazione (“elemento di tenuta” – ai sensi della UNI 8627)”. La lingua italiana non può essere travisata, in quanto semplice e lineare! Insomma c’è scritto che in questo caso il prodotto che viene definito impermeabilizzante necessita di uno strato a tenuta diverso (DIVERSO!!!!) al di sotto???? Allora a cosa serve questo DITRA-25? Ma soprattutto perché viene definito un impermeabilizzante? Ah, ovvio, è scritto più avanti: Prima della posa del pavimento posare un massetto per la ripartizione del carico. Sulla superficie del massetto si posa a colla Schlüter®-DITRA 25 per separare il pavimento dal massetto e per proteggere il massetto dall’umidità. Schlüter®-DITRA 25 in questo caso funge principalmente da guaina di separazione e neutralizza le tensioni che si formano frequentemente tra il sottofondo e il pavimento in seguito alle notevoli escursioni termiche che si manifestano sulle terrazze”.

Pertanto dopo aver letto questo paragrafo della scheda tecnica si è compreso quale deve essere la stratigrafia da eseguire su una copertura piana prima di utilizzare il sistema Schlüter®-DITRA 25. Purtroppo moltissimi applicatori/posatori, e lo sappiamo per certo, pur posando questo prodotto non utilizzano una simile stratigrafia per impermeabilizzare terrazzi e coperture piane.

Pertanto in caso di problematiche e contenzioni cosa accade?

Se vale quanto riportato nella scheda tecnica (documento tecnico ufficiale) del Schlüter®-DITRA 25 riteniamo che la stragrande maggioranza dei lavori non sia corretta…

Lasciamo a Voi ogni ulteriore commento in merito.

Un sincero saluto a tutti da parte nostra e un augurio di buon lavoro con la speranza di un Vs. attivo contributo nella discussione che abbiamo avviato.

arch. Mario Monardo

geom. Arcangelo Guastafierro

Di Arcangelo Guastafierro

Progettista di sistemi termo-impermeabili e di sistemi di manutenzione dell'involucro edilizio. Tecnico specializzato presso lo Studio Poseidon S.r.l. e presidente dell'associazione Imperbene

15 risposte su “Ditra o non Ditra?”

Buongiorno Geom. Guastafierro,
Buongiorno Arch. Monardo,
ho letto con grande cura il Vostro intervento e Vi ringrazio dell’attenzione dedicata in occasione di un Vostro illustre incontro serale ai nostri sistemi “Schlüter®-DITRA”.
Concordo pienamente con Voi che purtroppo sul mercato delle impermeabilizzazioni si affacciano diversi sistemi che a lettura del consumatore finale potranno in effetti sembrare una facile “panacea di tutte le problematiche”.
Mi sfugge però completamente, il motivo per il quale citate in questo contesto proprio il nostro sistema Schlüter®-DITRA 25.
Schlüter®-DITRA è un sistema collaudato da oltre 25 anni, certificato con marcatura “CE” e fornito con relativa ETA e Dichiarazione di Prestazione (DoP).
Mettiamo a disposizione del progettista e dell’installatore una Scheda Tecnica estremamente corretta, chiara ed esaustiva, che richiama anche i relativi riferimenti normativi da rispettare, che precisa i campi di applicazione e che elenca le rispettive prestazioni in funzione del campo di applicazione.
Vengono citate nel Vostro Blog esclusivamente le nostre indicazioni relative all’applicazione “coperture piane” mentre non si menzionano (suppongo per motivi di sintesi) le indicazioni altresì presenti per l’applicazione “balconi” e per altri utilizzi, anche esse contenute nella stessa nostra scheda tecnica.
Vista la Vostra indiscussa competenza in materia, tra il Geom. Guastafierro, Consulente Esperto in Impermeabilizzazione e l’Arch. Monardo, Key Owner Manager della SIKA, nota azienda operante anche essa da tempo e con competenza nel settore dei sistemi impermeabilizzanti, mi permetto di entrare nel dettaglio delle Vostre osservazioni in merito al capitolo “Terrazze sopra vani/copertura”.
Come Voi saprete dalla Vostra attività professionale, le coperture piane e le terrazze sopra vani sono manufatti tecnicamente complessi che richiedono come tali un’attenta considerazione di tanti fattori.
Tra questi figura anche la valutazione dell’eventuale necessità o meno di prevedere una barriera al vapore al fine di prevenire fenomeni condensativi all’interno dell’edificio stesso.
Per nostra esperienza, la mancata o errata installazione di una barriera al vapore risulta tra le problematiche più frequenti delle coperture piane e ci è sembrato quindi opportuno sottolineare le circostanze che condizionano questa necessità.
Una barriera al vapore è effettivamente da prevedere nella maggior parte dei casi delle coperture, ma comunque non sempre.
Voi citate giustamente anche “le vecchie autorimesse anni 50” come un caso emblematico dove per esempio può non essere obbligatoria l’installazione di una barriera al vapore. Una situazione edile tipica, oggi spesso oggetto di interventi di rifacimento.
Per la realizzazione di una copertura piana esiste una precisa norma, la UNI 8627 (attualmente in revisione), che prescrive anche la realizzazione di un “Elemento di Tenuta”, in gergo spesso chiamato anche “guaina primaria”, e ne indica l’esatta posizione nella stratigrafia.
“L’ Elemento di Tenuta” ai sensi di questa UNI 8627 è un elemento “fondamentale” (ovvero: “sempre presente”) e deve essere collocato al di sotto del getto ad umido (quindi non al di sopra del massetto).
Questo elemento non può essere quindi sostituito da uno strato impermeabilizzante sotto manto ceramico (soluzione invece assolutamente ammessa nel caso di “balconi”, quindi nel caso di strutture aggettanti senza vano sottostante).
Quanto sopra vale per qualsiasi soluzione, quindi non solo per sistemi a membrana ma anche per sistemi di guaine cementizie o altro.
L’utilizzo di un sistema come la nostra guaina porta comunque diversi importanti benefici in caso di una copertura piana e ne garantisce, insieme ad altri strati, la sua durata nel tempo.
Per motivi di sintesi ne cito qui solo uno e cioè l’importantissima funzione della separazione tra sottofondo e manto ceramico. Questa funzione permette, attraverso un sistema da noi brevettato, di compensare le diverse dilatazioni termiche da attendersi in esterno tra manto ceramico e massetto, evitando così la trasmissione di crepe nella pavimentazione.
Quanto descritto nella nostra scheda tecnica sono tutti riferimenti normativi che trovano ampio riscontro nella UNI 11493-1, nella UNI 8627 e nel recente “Codice di Buona Pratica del Massettista”.
Al dubbio da Voi sollevato alla fine del Vostro intervento “Se vale quanto riportato nella scheda tecnica del Schlüter®-DITRA 25…” possiamo quindi rassicurarVi che la nostra descrizione “vale”.
“Vale” in quanto non è una semplice nostra prerogativa aziendale ma sono chiari ed inderogabili requisiti normativi.
Quando concludete poi dicendo “riteniamo che la stragrande maggioranza dei lavori non sia corretta…” mi pare che sottovalutiate la competenza e la diligenza che ormai contraddistingue una buona parte della nostra filiera. Oggi sul mercato possiamo contare su un crescente numero di progettisti e posatori qualificati che conoscono ed applicano le Norme ed i Codici di Buona Pratica e che sanno affrontare anche la complessa realizzazione di una copertura piana con la dovuta competenza, attenzione e diligenza.
Loro sono consapevoli che la semplice “panacea per tutte le problematiche” da Voi citata, non può esistere.
Si affidano pertanto a fornitori seri come la Schlüter-Systems (o la stessa SIKA) che offrono invece un ventaglio di soluzioni specifiche per diversi contesti edili, che investono importanti risorse per dare la possibilità di assistere a corsi ed eventi formativi e che forniscono schede tecniche complete e corrette.
Come nel caso della nostra “Schlüter®-DITRA 25”, oggetto di questa discussione.

Cordialmente
Georg Peter Schlangen
Amministratore Delegato
Schlüter Systems Italia srl

Buonasera Dott. Shlangen.
RingraziandoLa per la risposta non posso che notare con estremo piacere come Lei, da persona estremamente intelligente, ha perfettamente compreso lo spirito del ns. articolo.
Io ed Arcangelo, troppe volte, per non dire spesso, ci troviamo a discutere di problematiche impermeabilizzative dovute nella stragrande maggioranza dei casi ad una cattiva o inesistente progettazione del sistema impermeabile accompagnata quasi sempre da una pessima posa in opera.
Solo chi non è estremamente competente in materia può pensare che il Ditra-25 rappresenti un sistema semplice da usare per impermeabilizzare soprattutto delle coperture piane.
Nella testa di molti applicatori il Ditra-25 rappresenta un sistema estremamente semplice da posare……si tratta di srotolare una guaina bugnata, posarla sul supporto mediante colla, applicare qualche bandella e incollarci sopra il nuovo pavimento……che ci vuole….sistema rapido, semplice ed utilizzabile anche su vecchie pavimentazioni……
Ed è proprio questa idea di semplicità che spesso conduce in errore gli applicatori. E qui ha perfettamente ragione l’amico Arcangelo quando sostiene che i posatori non leggono le schede tecniche e non si rendono conto se il sistema che gli viene proposto e poi venduto sia corretto e idoneo alle esigenze dell’intervento da eseguire.
Ma la scheda tecnica del Ditra-25 espone chiaramente e con dovizia di particolari la stratigrafia da eseguire per impermeabilizzare delle coperture piane e da qui hanno origine alcune domande: …..quanti posatori prima di applicare il Ditra-25 su un terrazzo o su un lastrico solare rispettano la stratigrafia descritta nella scheda tecnica?
E in caso di contenziosi o contestazioni cosa accade quando si rileva che l’applicatore non ha rispettato la stratigrafia indicata nella scheda tecnica?

Cordiali saluti

Gentilissimo Georg Peter Shlangen, la ringrazio per la risposta completa e decisamente dettagliata.
Per non tediarla le spiego brevemente per quale motivo ci siamo dedicati al vostro prodotto “Schlüter®-DITRA 25” e solo ad un punto della scheda tecnica: perchè ad entrambi, a me e all’architetto Monardo, è stato chiesto di farlo da posatori, progettisti ed imprese. Il punto 5, quello da noi trattato, è un punto che rende nevralgica la posa in una situazione particolare, ossia chiede che venga eseguito uno strato a tenuta al di sotto del massetto di pavimentazione.
Come lei ha ben fatto notare, una barriera al vapore (aggiungo, degna di questo nome) è necessaria sotto uno strato isolante e, dal momento che lo prevedete, deve essere montata. Quello che crea il problema non siete voi come azienda e servizio tecnico ma chi vende il prodotto (sia agenti sia magazzini edili, generalizzo ma penso che anche lei sia d’accordo con me) che si dimentica di far notare questa particolare situazione.

Non a caso abbiamo scritto: <>
Non viene data colpa all’azienda ma a chi esegue il lavoro.

Lei sa bene che uno dei grandi problemi che occorrono sul mercato italiano è la facilità nel fare “scarica barile” ossia di scaricare la colpa sulla parte più debole della filiera.

Noi abbiamo posto l’accento su questo punto. Se l’abbiamo fatto è perchè è successo.

Voi vi sarete comportati correttamente (abbiamo sentito solo la voce di alcuni e mai la vostra, quindi non possiamo porre giudizio su quanto è successo) ma siamo sicuri che nella filiera che parte da voi e arriva a chi ha posato il materiale non ci sia stato qualcuno che abbia detto: “ma figuriamoci, va bene lo stesso” o “non ci sono problemi potete usare tranquillamente il prodotto che non avrà problemi” dimenticandosi di dire quanto evidenziato sia in scheda tecnica sia dalla sua risposta?

E in questo caso cosa succede? a nostro parere che voi, giustamente, diciate al posatore che non ci potete fare nulla….. e qui, tornando a bomba all’articolo, la nostra denuncia: gli applicatori non leggono le schede tecniche e non si rendono conto se il sistema che gli è stato venduto è corretto o no…. e, allo stesso tempo, anche molti progettisti si limitano a fare copia/incolla in un computo metrico o capitolato ma non hanno idea di cosa si deve fare realmente!

Buona sera, mi chiamo Francesco Ucini. Mi occupo di diagnostica delle infiltrazioni d’acqua negli edifici.
Sono perfettamente d’accordo sulla questione della mancanza di conoscenza delle prescrizioni di posa dei nuovi materiali e delle corrette stratigrafie da parte di molti posatori; questo per me è all’ordine del giorno ed è il motivo per cui intervengo in tutto il nord Italia per ricercare le infiltrazioni nelle strutture edilizie; Ma vorrei porre l’attenzione ad un altro argomento che spesso viene sottovalutato e cioè quello della difficoltà nell’intervenire quando per problematiche di vario genere si debba rimuovere, aprire, una porzione di pavimentazione per poter verificare per esempio la stratigrafia, o dover ricercare un’infiltrazione mediante insufflaggio di gas tracciante, o per la riparazione di una semplicissima perdita di una tubazione posta al di sotto di certe stratigrafie complesse. La difficoltà è: come si effettua una riparazione in presenza, per esempio, di un sistema Schlüter®-DITRA 25? O in presenza di qualsiasi altro prodotto con finalità impermeabilizzante che venga posato sotto la piastrella come il Mapelastic o similare. Esistono nelle schede tecniche dei nuovi prodotti precise descrizioni su come intervenire per una corretta riparazione? Esistono dei Kit di riparazione facilmente recuperabili in commercio? Questa difficoltà la vedo ogni giorno, quando le ditte di manutenzione si trovano davanti a materiali di cui non conoscono la natura e dovendo effettuare la riparazione non sono in grado di gestire il problema. E’ ovvio che oggi ci si preoccupi dell’educazione alla posa.. ma domani (e dal mio canto già oggi) è necessaria anche un’educazione alla modalità di manutenere certe strutture complesse. Mi chiedo se le aziende produttrici abbiano dedicato (o stiano dedicando) la giusta attenzione a questa incombente necessità!

Carissimo Francesco, la tua obiezione è giustissima. Per fare le cose al meglio consiglio sempre di rivolgersi all’ufficio tecnico del produttore del materiale.
Purtroppo a volte è molto difficile capire di che materiale si tratta. Nel caso del Ditra 25 è piuttosto facile… è arancione ed è l’unico che abbia questa caratteristica, oltre ad altre che riguardano la sua forma.

Nel caso tu non sappia come fare le cose da fare potrebbero essere:
– rivolgersi ad un applicatore professionista con larga esperienza
– rivolgersi ad un tecnico specializzato che possa identificare la tecnologia e le modalità applicative e, quindi, anche quelle per la riparazione.

Buongiorno. Mi chiamo Corrado Borghi ed opera da un ventennio, come consulente e come tecnico-commerciale, nei settori isolamento termico e acustico, malte leggere e sistemi correlati. Frequento, anche, ambiti istituzionali (UNI e CTI) ed associativi (Anit, Conpaviper, Assimp). Ho letto con attenzione il vostro “dibattito” e pur nella evidente professionalità e preparazione degli intervenuti, continuo (ahimè) ad avere il sentore di quello che ritengo sia il vero problema della filiera dell’Edilizia (e non solo) in Italia; ovvero il, “buonismo”. Se è vero, come è vero, che vi sono norme tecniche, leggi e D.L., tutti gli operatori della filiera le devono rispettare, dal produttore all’applicatore, passando dal progettista e dal rivenditore, nessuno escluso. Se si vuole ricoprire un ruolo non esistono sconti sulla “conoscenza”. Non a caso, con particolare riferimento al mondo dell’applicazione, le varie Associazioni si stanno attivando per creare qualifiche e patentini, al fine di offrire agli operatori la possibilità di assimilare e certificare la “preparazione minima necessaria”. Pertanto se un produttore ha assolto ai suoi obblighi (tecnici ed etici), il progettista e l’applicatore devono leggere le schede tecniche, devono informarsi, devono chiedere chiarimenti quando necessario e devono rispettare ciò che è codificato. Ma soprattutto, devono usare i numeri di telefono ed i contatti degli uffici tecnici dei produttori, che a loro volta hanno l’obbligo di mettersi a disposizione. Ma tutto questo avrà risultati assai scarsi se non si parte da uno zoccolo duro di preparazione di tutti gli operatori.

Grazie mille per il suo intervento.

Mi trova d’accordissimo. Le schede tecniche devono essere lette, rilette e sviscerate. Da dire c’è anche che i produttori dovrebbero cominciare ad essere più “etici” e raccontare meno balle (o come si dice in gergo “verità commerciali”).

Purtroppo il nostro settore (quello delle impermeabilizzazioni) ufficialmente non esiste! non vi sono qualificazioni per gli operatori e quelle poche che sono legate all’UNI per la legge valgono meno di zero (visto che le norme non sono liberamente consultabili non possono rientrane neanche nelle consuetudini). Bisogna che, come in altri settori, si comincia a far rientrare questo settore molto delicato nelle NTC. Allora sì che se ne vedrebbero delle belle!

Il prossimo articolo che scriverò (o meglio che sto scrivendo) riguarda proprio le responsabilità sulle coperture. Non sempre è colpa del progettista, dell’applicatore o del produttore, a volte c’è responsabilità anche di persone terze che usano le coperture e non vogliono usare i professionisti per realizzarle!

Buongiorno, premetto che ho abbastanza chiara la norma UNI 8178-2, volevo segnalare che nella pagina ufficiale della Schlüter-Systems Italia Srl https://www.facebook.com/schluter.italia vengono riportati cantieri nei quali la Ditra 25 viene utilizzata “impropriamente” per la realizzazione di terrazzi realizzando delle impermeabilizzazioni sotto pavimento sigillando i giunti tra i rotoli stesi ; Mi era parso di capire che questa metodica fosse invece idonea solo per i balconi e non certo per i terrazzi

https://www.facebook.com/schluter.italia/photos/4504144942996484/
https://www.facebook.com/schluter.italia/photos/4480961158648196

Non ho capito francamente, ho letto le schede tecniche, ho approfondito la normativa UNI 8178-2 ed ho visto anche dei video youtube della Schlüter-Systems per la realizzazione di impermeabilizzazione su terrazzi, però allo stesso tempo vedo che il sistema invece “scorretto” viene subdolamente proposto anche sui canali ufficiali come panacea perché sembra così facile e veloce , a questo punto devo presumere per motivi prettamente commerciali.

Che ne pensate invece del prodotto green-pro della kerakoll che mi hanno proposto per risolvere un problema di infiltrazioni sul terrazzo? Da apporre sul pavimento esistente e poi ripavimentare?
Ringrazio per un vostro parere
Cordiali saluto
LG

Premetto che sul sito Kerakoll non esiste nessun Green-pro ma esiste un Aquastop Green. immagino sia lo stesso.
Se si tratta di questo, mi sembra che sia l’adattamento di sistemi decisamente più performanti. Il problema della depolimerizzazione e dell’idrolisi alcalina non è superato in quanto i materiali a contorno sono gli stessi che ne soffrono altamente.
Sinceramente non userei mai prodotti di questa risma, ma è un mio parere. Se i lavori sono stati eseguiti correttamente e secondo le regole base delle impermeabilizzazioni, anche con questo genere di materiale si può ottenere un buon risultato.
Importante da sapere è il dettaglio della manutenzione necessaria da fare (non esiste alcun materiale che non la contempli) e come devono essere realizzati i dettagli di impermeabilizzazione.
Spero di aver risposto alla sua domanda.

Saluti
A.

Salve, mi chiamo Antonio e mi sono trovato quasi per caso a leggere in toto i Vostri articoli che ho trovato interessanti e sopratutto “imparziali”.
venendo al dunque, nel mio condominio, che ha avuto accesso al 110 era stato previsto il rifacimento dei terrazzi ( il mio è circa 75mq ed è di copertura ad abitazione sottostante) nella quale è stato completamente il vecchio e rifacendo tutto daccapo, usando alche Ditra 25 ( secondo mè senza nessun criterio tecnico e senza nessun giunto ) e che a posa ultimata, dopo le prime piogge non appena ci batte il sole, affiorano delle efflorescenze biancastre oltra a fuoriuscita di “schiume eruttanti” attraverso le fughe, una cosa a mio avviso indecente. Sottoposto la problematica ai tecnici ed ai esecutori dei lavori, hanno appunto minimizzato sottolineando che “non esistono piastrelle impermeabili come pure le fughe” capirete la personale contrarietà alla puerile scusa. Denunciano la serietà del problema all’amministratore del condominio, l’impresa ha proposto il “sollevamento ” delle “vecchie” fughe tramite miniflex con disco abrasivo il quale ovviamente tende a graffiare la piastrella in gres. A questo punto credo che il rimedio praticato sia peggiore del male ed intendo agire per vie legali. Grazie per la Vostra attenzione

Buongiorno, la questione dei danni da 110 è decisamente importante e difficoltosa. La carenza di professionalità da parte dei tecnici, delle imprese e, non neghiamolo, le richieste assurde di committenti, hanno portato a disastri che poi tutti pagano.
Che le piastrelle non siano impermeabili non è vero, ma la discussione diventerebbe lunga e articolata.
Le scrivo in privato dove avrà i miei contatti. Mi chiami tranquillamente in modo da dettagliarmi le problematiche.
Saluti e buona giornata

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