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L’impermeabilizzatore che uccise la musica

“the day the music died” – Il giorno in cui morì la musica, così recita il termine di ogni strofa di una celebre canzone di Don McLean, successivamente ripresa anche da Madonna: “Miss American Pie”.

Il 3 Febbraio 1959 avvenne un incidente aereo dove persero la vita Buddy Holly e Ritchie Valens e la canzone fu iniziata immediatamente dopo la tragedia.

Altri momenti hanno meritato dire: “la musica era morta”; la morte di John Lennon, ad esempio, la morte di Luciano Pavarotti e di tutti quelli che sono nel vostro cuore e non possono più cantare per voi.

Eppure c’è un momento in cui un impermeabilizzatore ha veramente ucciso la musica senza se e senza ma.

Nel 2008 un magazzino della Universal era in fase di ristrutturazione, stavano impermeabilizzando la copertura con guaine bituminose posate a fiamma.

Come da norma statunitense, gli operatori, che finirono alle 3 del mattino, rimasero fino alle 4 in attesa che il manto appena posato si raffreddasse e non ci potessero essere principi d’incendio.

Già, perché negli States ci sono delle regole particolarmente rigide per chi posa il Waterproofing layer che sia in bitume polimero o in resina o sintetico, mentre in Italia no!

Torniamo a quel tragico giorno: poco prima delle 5 del mattino la copertura del Building 6197 prese fuoco. C’erano vecchi fondali, set cinematografici (sembra anche uno di Ritorno al Futuro) e, in un angolo appartato di circa 200 mq, un enorme quantitativo di incisioni originali! I master delle canzoni più famose che tutti abbiamo amato: Billie Holiday, Chuck Berry, Muddy Waters, Bo Diddley, Etta James, John Lee Hooker e Buddy Guy. Andarono perdute – sempre per quello che sappiamo – i master delle prime registrazioni di Aretha Franklin, altri di Louis Armstrong, Duke Ellington, Ella Fitzgerald, e probabilmente tutti quelli di Buddy Holly.

Andarono perduti anche i master di John Coltrane, Count Basie, Dizzy Gillespie, Max Roach, Sonny Rollins, Charles Mingus, Ornette ColemanAlice Coltrane, Ray CharlesBenny Goodman, Cab Calloway, B.B. King, Joan Baez, i Mamas and the Papas, Joni Mitchell, Cat Stevens, Elton John, i Lynyrd Skynyrd, Eric Clapton, gli Eagles, gli Aerosmith, gli Steely Dan, Iggy Pop, i Police, i R.E.M., i Guns N’ Roses, Queen Latifah, Mary J. Blige, i Sonic Youth, i No Doubt, i Nine Inch Nails, Snoop Dogg, i Nirvana, Tupac Shakur, Eminem.

Mio personale gusto non piango l’ultimo ma tutto quanto distrutto non ha prezzo è un danno per l’intera cultura dell’umanità; un po’ come se avesse preso fuoco il Louvre o i Musei Vaticani. Per la musica quel luogo era il più grande museo del mondo.

Colpa della guaina posata a fiamma? No, non credo. Le responsabilità si sono rimpallate a destra e sinistra ma nessuno è stato accusato formalmente; sembra che si sia trattato proprio di un incidente.

Dove sta allora il problema? Il problema siamo noi! Noi che viviamo in questo mondo e non crediamo in noi stessi! Noi che impermeabilizziamo le coperture di musei, di ospedali, di ponti, di palazzi, di opere grandiose, case di persone e non crediamo nella nostra importanza e nella nostra preparazione

Noi siamo il problema del nostro settore! Basta continuare a lottare inutilmente contro i mulini a vento del prezzo basso, del portare via un lavoro al concorrente, di diffamare la concorrenza, della scelta del prodotto miracoloso, del voler fare in fretta.

Non funziona così!

Le impermeabilizzazioni sono importantissime sono una delle parti fondamentali delle costruzioni e sono le meno regolamentate in assoluto!

Ah, prima che venga detto: i libri, le raccolte sono dei mezzi utili per imparare ma non sono le regole! Perchè lo stato italiano non le ha dettate!

Ma anche impegnarsi a livello polito che senso avrebbe se prima non decidiamo di mettere un blocco all’entrata nel nostro settore a chi veramente fa ciò che deve essere fatto?

Oggi per diventare impermeabilizzatore bastano i 16 Euro che la Camera di Commercio chiede come bolli (più le spese che divergono da una CCIAA all’altra); poi con un cannello da 25,00 Euro ed un furgone sgangherato abbiamo fatto l’impermeabilizzatore perfetto.

Non ci credete? l’altro giorno mi ha chiamato un impermeabilizzatore (così si è definito lui) che non ha la casella e-mail! Ma se hai un’impresa è obbligatoria la PEC e per avere la PEC devi avere una casella e-mail….. Ah, Google la regala, non costa nulla!

Questo è il punto, chiunque può entrare in questo mondo, basta fare un prezzo leggermente più basso per prendere il lavoro a chi si organizza, studia e investe nella propria attività.

Ecco perché un titolo così provocante a questo articolo: forse il roofer americano non ha avuto colpa di quanto è successo ma se fosse successo in Italia la colpa ci sarebbe stata eccome!

Vi lascio dandovi un compito per i vostri momenti di relax: pensate a chi siete! Non siete l’ultima ruota del carro a meno che non lo vogliate voi!

Le immagini sono state prese dall’articolo sull’evento che trovate a questo indirizzo: https://www.ilpost.it/2019/06/15/incendio-universal-master-musica/