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Quanto vale una buona coibentazione del tetto e cosa conviene fare

Spesso, parlando con la gente, mi accorgo che nessuno ha un’idea vera, seria, e soprattutto reale di come fare per risparmiare combustibile o migliorare le condizioni abitative di casa propria o di un altro locale in cui passa la maggior parte del tempo (uffici, magazzini, negozi, ecc…). Faccio un esempio per spiegarmi meglio: molti pensano che se si ha freddo in inverno o caldo in estate in un edificio di vetro la colpa è dell’impianto che non fa abbastanza caldo o freddo quando dovrebbe essere ovvio che un edificio di vetro è e sempre sarà un edificio energivoro. Oppure mi si dice spesso che il costo delle bollette dipende dagli “spifferi” che vengono dalle finestre… mentre in realtà gli spifferi non incidono più del 1 o 2% (e spesso meno dell’1%) sul consumo di energia per scaldare casa.
Il problema è proprio questo: molte persone si fidano delle chiacchiere da bar con soluzioni consigliate da persone che spesso non sanno nemmeno cosa voglia dire isolamento termico, ne tantomeno conoscono le proprietà (positive e negative) dei materiali.

Nel nostro mestiere la cosa migliore è prima isolare la cassa (l’edificio, che sia una casa o un capannone), poi migliorare gli impianti. Migliorare la cassa dell’edificio vuol dire isolare termicamente, ma da dove si deve iniziare?? Io innanzitutto consiglio di iniziare dal “bersaglio grosso”, ovvero cercare quel componente che ha i maggiori metri quadrati… e generalmente non sono i vetri. Questo perché se lavoro su una superficie molto grande isolerò una zona molto più grande e quindi con vantaggi molto più grandi, e il lavoro costerà sempre un po’ meno grazie alle “economie di scala” (il ponteggio è sempre uno, il sopralluogo è sempre uno, la contabilità è sempre una, ecc…).

Parliamo del tetto. Perché e come isolare i tetti.
Il perché è semplice ma innanzitutto bisogna capire di cosa stiamo parlando: di case o uffici (e quindi edifici di piccola metratura) o di capannoni e magazzini (ovvero edifici di grande metratura). Nel secondo caso il tetto è una delle aree maggiori, nel primo caso il tetto è una delle maggiori cause del riscaldamento estivo.

Il come dipende. Se il vostro problema è solo il periodo invernale l’isolamento termico che fa per voi è quello classico: fatto con un materiale isolante o a base plastica o a base naturale che abbia una buon coefficiente di isolamento termico (per i capannoni può essere interessate pensare ad isolamenti a spruzzo). Ma se il vostro problema è anche estivo allora quanto appena detto non va più bene; in caso di problema anche estivo dovrete utilizzare un materiale che lavori bene sia in inverno che in estate e le soluzioni sono sostanzialmente 2:
1) Usare un isolante “classico” abbastanza pesante, con un peso superiore ai 120kg/m2 (pannelli in perlite, in lana di roccia o di vetro, lana di pecora se volete un materiale veramente ecologico, lana di legno ma solo per i tetti in legno) che permetta un buon isolamento termico in inverno ed una buona massa per il periodo estivo, facendo così in modo che il calore ricevuto durante il giorno non entri in casa vostra ma stia sul tetto fino all’avvento della notte.
2) Usare un isolante riflettente. Questo isolante lavora con le onde elettromagnetiche. In inverno il calore che viene dalla casa e vuole uscire viene fatto rimbalzare verso l’interno. In estate il procedimento si inverte e l’onda termica che viene dal sole colpisce l’isolante che funziona come uno specchio e lo fa rimbalzare verso l’esterno.
Come vedete entrambe le soluzioni non sono quelle consigliate al bar sottocasa dal sempre presente “so tutto io”, ma sono soluzioni articolate che debbono esser prese conoscendo i pregi ed i difetti di ogni materiale.

Personalmente trovo entrambe le due tipologie di intervento utili e versatili in qualunque stagione; e le preferisco a soluzioni dove viene usato solamente un isolante plastico ed ho avuto esperienze molto interessanti sia sull’uso di isolanti riflettenti che sull’uso di materiali ad alta massa come la perlite.

Articolo redatto da Enrico Gradellini

Di Arcangelo Guastafierro

Progettista di sistemi termo-impermeabili e di sistemi di manutenzione dell'involucro edilizio. Tecnico specializzato presso lo Studio Poseidon S.r.l. e presidente dell'associazione Imperbene

9 risposte su “Quanto vale una buona coibentazione del tetto e cosa conviene fare”

Stiamo ristrutturando il tetto, e questo articolo che mi parla degli isolanti riflettenti mi placa parecchi dubbi. Abbiamo scelto di usare un isolamento riflettente nonostante abbia trovato pareri discordanti (c’è chi si è trovato benissimo, chi maledice il giorno che ha deciso di usarlo e chi ne parla male a prescindere perchè gli isolanti che non fanno massa non valgono niente…) fidandoci esclusivamente di chi lo installa da tanti anni. Il tetto in questione non poteva essere nè appesantito nè eccessivamente rialzato (casa del primo ‘900 in zona soggetta a vincoli paesaggistici), in inverno un frigo e in estate un forno. Mi rincuora sapere che non mi hanno raccontato frottole per venderci fuffa a peso d’oro 🙂

Buonasera, vorrei coibentare il sottotetto (140 mq, con tracce elettriche, trave sopraelevata e ingombri vari a terra, piccole infiltrazioni con forte pioggia e vento, tegole di cemento, orditura in legno, villetta anni 80, prov. Lecco).
Obiettivo principale isolamento da caldo estivo (e secondariamente dal freddo invernale).
Vista irregolarità superficie pensavo (in ordine preferenza): 1) +LANA DI PECORA, 2) +FIBRA DI CELLULOSA, 3) -LANA DI ROCCIA, tutti da coprire nella zona centrale del solaio (ad uso deposito) con pannelli di OSB o legno avvitati a listelli di legno.
I dubbi sulle due preferite sono:
1) lana pecora: nel tempo può avere problemi di parassiti (il trattamento protettivo potrebbe avere dei limiti)?
2) cellulosa: può soffrire l’umidità di eventuali infiltrazioni? e i parassiti?
Cosa mi consiglia?
GRAZIE infinite per il suo parere.

Cordialmente
Fabrizio

premetto che ho installato la lana di pecora a casa mia, dopo una attenta ricerca.

Personalmente farei una base in lana di pecora (mi raccomando usi quella sarda che è meglio di quella austriaca, e controlli che non abbia tracce di componenti plastici, alcuni produttori li inseriscono per renderla più maneggevole) o 3 o 5 cm; o in alternativa in isolante a base perlite.
Per la lana di pecora x tetti, alcuni produttori la vendono già integrata in una struttura in OSB.
Coperta e protetta con tavolato in OSB che le garantisce rigidità per il calpestio.
Uno o due strati di isolante riflettente (usate i prodotti della SAME e non quelli di qualche costruttore francese, la SAME fornisce anche i distanziatori che sono privi di ponti termici).
Sopra tavolato in OSB.
Sopra guaina (meglio se bianca o verniciata di bianco)
Sopra tegole o fotovoltaico.

La lana di pecora ha una buona massa che le permette nel periodo invernale di aumentare la temperatura media radiante del soffitto, e una capacità di abbattimento acustico incredibile. il riflettente è quello che le serve per il caldo estivo, funziona ancora meglio della massa.

Per ulteriori informazioni ci invia un’email che vediamo di dettagliare meglio.

Una cosa da aggiungere all’ottimo lavoro di Enrico: se il tetto perde è meglio prima sistemare quello, poi pensare alla coibentazione! oppure fare entrambe le cose contemporaneamente!

Grazie per la risposta tempestiva ed esauriente, che mi introduce (ahimè) un nuovo elemento da considerare, il riflettente.

E grazie anche per il consiglio riguardo al tetto: oggi ho finito di togliere i vecchi tappeti di lana di roccia e ho constatato che tutte le infiltrazioni sono relative alle “uscite” sul tetto (comignoli, sfiatatoi e antenna) quindi facilmente localizzabili e sistemabili.

Secondo la mia esperienza l’isolante migliore è la fibra di cellulosa. L’azienda a cui mi sono appoggiato io produce e isolanti naturali.
Voi che ne pensate?
isolare.it

dipende sempre dal tipo di utilizzo.
Ad esempio, l’isolamento dei sottotetti non praticabili con le fibre di cellulosa è eccezionale…diverso è se si devono isolare delle zone calpestabili.

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