Categorie
Blog Impermeabilizzazioni

Associazione a delinquere di stampo impermeabilizzativo

Eccoci alle solite: imprese d’impermeabilizzazione che chiudono, altre che aprono, dipendenti non pagati ed ex dipendenti che aprono fantasmagoriche imprese. Nulla di nuovo sotto il cielo, tutto come al solito. Insomma la vita continua. Eppure il mercato è sempre più fiacco. Eppure i prezzi sono sempre più bassi. Eppure la qualità scema sempre più. Eppure continua la secolare lotta per sopravvivere.

Penso sia il caso di mettere un po’ d’ordine nelle domande che quotidianamente ci vengono in mente e che, sempre più, non ci fanno dormire.

Come faccio a mantenere la mia azienda in modo tale da lavorare correttamente al meglio delle mie possibilità ed allo stesso tempo garantire il perfetto risultato al cliente facendo i lavori al miglior prezzo? Beh… non sono tante domande, è una sola ma molto complessa e richiede svariate risposte.

Ce ne sono che riguardano l’economia del settore, il rapporto tra datore di lavoro e dipendenti, le richieste di finanziamenti, le certificazioni volontarie etc.

A me preme rispondere solo ad una: la tecnica delle lavorazioni.

Mi perdonerete ma non sono interessato a come gestite le vostre aziende o a come trovate la concorrenza ogni giorno. So solo che siamo sempre pronti a lamentarci… poi nessuno muove un dito… perchè in fondo ci fa comodo così! Brutto quando vi dicono le cose in faccia, vero? Purtroppo è proprio così! Nessuno è veramente interessato a cambiare, altrimenti farebbe qualcosa oltre a parlare e lamentarsi.

Comunque oggi non voglio puntare il dito verso voi, poveri impermeabilizzatori e neanche verso i committenti che stanno diventando una vera e propria classe criminale pronta a far fuori tutti quelli che passano pensando di essere i più furbi del mondo (poi i tetto perde…. ma questo è un dettaglio); oggi voglio svelare una vera e propria associazione a delinquere di stampo impermeabilzzativo: i produttori.

Ah, ecco che si scaglia con il terzo che difficilmente risponde! Ah, eccolo di nuovo a denunciare i soliti marchi noti e supernoti! No, miei cari, oggi denuncio tutta la categoria dei produttori, indistintamente! Non ci sono bravi produttori o cattivi produttori ma solo produttori che guardano esclusivamente il loro orticello.

Proprio oggi (18/02/2016) ho letto il commento di un amico che diceva che in cantiere ognuno guarda solo il suo orticello con estremo egoismo, facendo finta che quello che non va sia sempre colpa degli altri. I produttori non fanno eccezione! Si lanciano in campagne pubblicitarie di ogni tipo, scrivono riviste, pubblicano fotografie, creano discussioni sui social facendo vedere quanto son fighi e quanto sono bravi. In fondo, però, continuano a cercare il semplice e puro profitto!

Abbiamo detto che siamo in tempo di crisi, come fanno ad aumentarlo? Le tecniche sono tre: la prima, più ovvia, aumentando il fatturato e, quindi, l’utile; la seconda è altrettanto ovvia ed è la riduzione dei costi; la terza, un po’ meno, per i non addetti ai lavori, è quella di acquisire aziende concorrenti o fornitrici. Vi sembrerà strano ma il terzo motivo non lo considero un problema: un’azienda acquisisce porzioni strategiche di fatturato o brevetti acquisendo altre aziende. Utilizzando questa strategia si muove ben poco nel mercato! Pensate a quando Mapei ha acquisito Polyglass o quando Sika ha acquisito Tecnokolla. Quasi nessuno se n’è accorto!

Peggio è quando vengono ridotti i costi di un’azienda. Per farlo bisogna mettere mano al bilancio della stessa che deve essere sviscerato in ogni sua parte. Chi lo fa? I dirigenti di tutti i settori ma dovete sapere che i manager italiani sono, quasi tutti, degli inetti! (lo so mi sto tirando dietro un sacco di accidenti…. ma Santo Cielo, sono già bloccato su una sedia, non ho molto di peggio da subire!) Perchè inetti? Perchè non sono dei veri dirigenti! Perchè spesso sono degli incapaci lecca…o. Molti sono degli ex impiegati promossi perchè lacchè o ex agenti che diventano direttori commerciali o amanti, più o meno delusi, che diventano direttori generali perchè fanno dei lavoretti niente male. Ognuno di loro cercherà di abbattere i costi senza fare sacrifici personali e soprattutto vedendo alcuni settori come dei bersagli a cui tirare le mannaie!

Uno dei settori maggiormente colpito o utilizzato è quello di ricerca: alcune grandi aziende internamente, le altre esternamente fanno sì che la ricerca non tenda a migliorare il prodotto ma voglia solo ed esclusivamente abbassarne il prezzo d’acquisto delle materie prime. Quindi quando voi, vecchi impermeabilizzatori, vi trovate a disagio ad usare un materiale che avete usato fino all’altro giorno, sappiate che nelle mescole, miscele, emulsioni, etc. è stato modificato un piccolo ingrediente … o più di uno … o tutti!

Per il produttore questa modifica vuol dire abbassare il costo di produzione del prodotto senza variarne la risposta di scheda tecnica! Attenzione, non ho detto risposta tecnica ma di “scheda tecnica”. Cosa significa? Molto semplice: la risposta del materiale in laboratorio è simile a quella originaria tenendo conto delle tolleranze che già sono presenti nei documenti precedenti!

Un esempio lampante che pochi di voi hanno notato ma se ne vedono continuamente le conseguenze: le malte cementizie elastiche sono dei conglomerati di vari materie che vengono miscelate in fabbrica per creare il componente A e alcune resine e acqua che formano il componente B. Cosa succede se nella miscela A tolgo l’inerte siliceo (costoso) e ci inserisco quello carbonatico (molto più economico)? Beh, che la mia malta elastica cosa meno e il produttore può aumentare gli utili!

Ma cosa succede sul lato pratico? Ecco, in questo caso il cambio non è proprio indolore! Innanzitutto troverete che nella scheda di sicurezza e in quella tecnica il “selezionato inerte siliceo” diventa “inerte selezionato” o “miscela di inerti selezionati” o altre definizioni simili; sul terrazzo che avete con amore impermeabilizzato, invece, succede una cosa molto simpatica: l’inerte carbonatico è particolarmente idrofilo, assorbe acqua e si scioglie scorrendo verso gli scarichi. Come per la malta elastica, già che ci siamo, facciamo lo stesso cambio anche nelle colle, negli stucchi, negli intonaci, nelle malte da ripristino, etc. e così cominciamo a vedere quelli che io chiamo i terrazzi carsici! Cominciamo a vedere le stalattiti che si trovano in posti dove non dovrebbero esserci mai!

Chi di voi si è lamentato con il produttore per questo genere di conseguenze? Nessuno, anche perchè non avete mai pensato che potesse essere colpa loro! Beh, è così!

Non solo, si dilavano i materiali passando da una concentrazione del 100% ad una del 95%… rientriamo delle tolleranze! Poi le resine le diluiamo di un 2%. Continuiamo a rimanere nelle tolleranze.

Ma quando cominceremo a chiamarli in causa? Quando decideremo che i produttori devono fare la loro parte nel mondo delle impermeabilizzazioni e non governare solo da fuori?

Molti diranno: ma fanno corsi, seminari, simposi e sono sempre puntuali nelle spiegazioni, sempre severi nei giudizi!

Negli ultimi mesi, a causa del mio immobilismo, ho potuto assistere a svariati corsi di posa, progettazione o presentazione di prodotti impermeabilizzanti dei più vari. Una cosa che hanno in comune è quella di pretendere di dare sempre la risposta giusta a tutte le tipologie di problemi! Non voglio entrare nel dettaglio di come voi, cari impermeabilizzatori, veniate irretiti con promesse di mirabolanti lavori e guadagni, di come voi, cari impermeabilizzatori, ci crediate senza neanche metter in dubbio che qualche cosa potrebbe anche essere falsa. Voglio farvi notare che nessuno, in nessuna azienda vi dirà mai:”no, questo non si può fare!!!”, a meno che non chiediate di impermeabilizzare la luna con la carta igienica.

Quello che vorrei chiedere ai produttori, per dimostrare che quello che ho scritto è sbagliato, sono due cose:

1) Smettetela di vendere materiali impermeabilizzanti a chi non è preparato e formato (quindi magazzini edili ed imprese edili… e artigiani improvvisati)
2) Scrivete in scheda tecnica le applicazioni in cui siete certi che il prodotto non va bene o dove l’impermeabilizzatore è stato ingannato facendogli credere di avere la panacea in mano!

Pensate che sia troppo? Beh, sappiate che un produttore, in passato, ci ha provato! Quindi non è né una novità nè un discorso che non viaggia nei loro corridoi!

Chiediamoci solo se vogliamo premiarli continuando a difenderli ad oltranza, se come al solito faremo la parte di quelli più furbi che sono in grado di fregare tutti… penchè in fondo tutti gli altri vogliono fregare noi o vogliamo davvero e fortemente essere dei professionisti e vedere il nostro settore rifiorire e depurarsi della parti cancerose.